cultura,  Sardegna

Una domenica sassarese!

Da bambina Sassari era per me la grande città, dove ci si recava per fare gli acquisti più particolari e, nel periodo natalizio, per vedere le vie addobbate con le luminare! Avendo studiato a Pisa non l’ho nemmeno vissuta da universitaria e quindi, in qualche modo, è sempre rimasto il luogo dove recarsi per fare shopping. Adesso che c’è Michele, mi sono detta che era giunto il momento per conoscerla veramente, con la sua storia e il suo patrimonio culturale. E quale migliore occasione di una splendida domenica di sole per visitare quello che questa città ha da offrire ai suoi visitatori? Ecco il racconto della nostra domenica sassarese!

La prima tappa della giornata non poteva che essere il Museo Nazionale “G. A. Sanna”, l’istituzione museale per antonomasia di questa città. Al suo interno si conserva una collezione straordinaria che racconta, vetrina dopo vetrina, la storia della Sardegna dal periodo preistorico sino all’età moderna, testimoniato dalla bella raccolta etnografica. La nostra sensazione visitando questo museo è stata quella di effettuare un vero e proprio viaggio nel tempo! Nella Sala Preistorica (V) abbiamo ammirato i più antichi reperti rinvenuti nell’Isola, risalenti addirittura a 500 mila anni fa!!! Molto interessante la vetrina dedicata alle foreste pietrificate dell’Anglona, con frammenti di tronchi fossili che ci hanno portato indietro al Miocene (stiamo parlando di milioni di anni fa!). Noi al Museo Sanna Una Sala (VII) è dedicata alle tombe ipogeiche, le cosiddette domus de janas, e un’altra (VIII) alle Tombe Megalitiche, come le imponenti Tombe dei Giganti. Si arriva così al periodo nuragico (Sala IX)testimoniato da circa un migliaio di reperti. Dopo aver superato la Sala Fenicio-Punica (X) abbiamo visitato la sezione Romana, la mia preferita, con le sue statue e i bellissimi mosaici pavimentali. Infine la sezione medievale, dove si può ammirare, tra le altre cose, un modellino in scala ridotta della basilica romanica di San Gavino a Porto Torres e interessanti reperti provenienti dal villaggio scomparso di Geridu, ubicato in agro di Sorso. È molto bella anche la collezione di maioliche e di ceramiche. La nostra visita si è conclusa con la sezione etnografica, dove sono esposti alcuni splendidi costumi sardi (sia maschili che femminili) provenienti da diverse parti dell’Isola. Nota da mamma: la visita al museo con il passeggino è molto agevole perché disposto quasi tutto in un unico piano! Per arrivare alla Sala Medievale chiedere di utilizzare il montacarichi. Invece, per evitare la scalinata dell’ingresso, chiedete al personale di aprirvi la porta laterale, lo faranno ben volentieri.

Usciti dal Museo abbiamo fatto una bella passeggiata per via Roma e siamo arrivati sino a Piazza d’Italia, il “salotto” cittadino, su cui si affacciano il Palazzo della Provincia e Palazzo Giordano (lo riconoscete perché in stile neogotico). Siamo stati fortunati perché abbiamo trovato ad animare quest’angolo di Sassari il mercatino dell’antiquariato. Immancabile il giretto per le rumorose bancarelle,, dove si svolgevano animate contrattazioni sotto lo sguardo attento di re Vittorio Emanuele II (la statua al centro della piazza).

Piazza d'Italia

Dopo aver mangiato in uno dei tanti locali che s’affacciano sulla piazza, ci siamo diretti verso Piazza Castello dove, come suggerisce il nome, è possibile ammirare (la domenica pomeriggio il sito è chiuso, sigh!) le rovine del castello aragonese. Il monumento venne realizzato nel XIV secolo, al tempo delle rivolte dei sassaresi contro i dominatori stranieri. Da quel momento l’edificio divenne un simbolo negativo per la città: nel ‘500 fu l’unica sede sarda della “Santissima Inquisizione”, mentre in epoca sabauda venne destinato a caserma militare. Nel castello furono rinchiusi prigionieri ed effettuate condanne capitali. Nel 1877 il castello fu parzialmente demolito per fare posto alla “Caserma Lamarmora”, attuale sede della fanteria meccanizzata dell’Esercito Italiano Brigata Sassari.

La nostra domenica sassarese è proseguita con una bella passeggiata per le vie del centro, diretti in direzione del duomo di di San Nicola, la chiesa più importante della città nonché sede della cattedra dell’arcivescovo metropolita dell’arcidiocesi di Sassari. Michele e il San Nicola di SassariL’esistenza di una chiesa dedicata a San Nicola è documentata dal XII secolo (a questo periodo risale la base del campanile, decorata con una teoria di archetti pensili). Tra il 1435 e il 1518 l’edificio subì delle radicali trasformazioni a seguito del trasferimento della sede vescovile da Porto Torres a Sassari. Ma i lavori non finirono qui: per seri problemi di staticità dell’edificio, nel XVII secolo, si decise di provvedere alla demolizione della prima campata. Infine tra il XVII e il XVIII secolo venne realizzata l’attuale facciata, in stile barocco. Una volta entrati in chiesa non si può non ammirare la bellissima Madonna del Bosco, un’icona del XIV secolo di scuola senese. Nel braccio sinistro del transetto è invece conservato il Mausoleo di Placido Benedetto di Savoia, figlio di re Vittorio Amedeo III conte di Savoia e governatore di Sassari.

Ultima tappa di questa giornata è stato Palazzo Ducale (anche questo lo abbiamo trovato chiuso al pubblico), dove era allestita la mostra “Caravaggio e i Caravaggeschi” (prorogata sino all’8 novembre). Non potevamo perdere quest’occasione più unica che cara! Medusa Murtola - Mostra CaravaggioFulcro della mostra è la “Medusa Murtola”, opera giovanile dell’artista (nonché l’unica a essere presente all’interno della mostra) che deve il suo nome al poeta genovese Gaspare Murtola, autore nel 1603 di un madrigale (una breve composizione poetica di massimo 14 versi) dedicato alla terribile gorgone. A parte questo capolavoro, il resto della mostra è dedicato ai caravaggeschi, alcuni ancora anonimi, con l’intento d ricostruire la produzione artistica, non solo nazionale, a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Personalmente ho ammirato le bellissime “nature morte”, esposte nella prima parte della mostra! In loro ho ritrovato quella particolare atmosfera che ricorda la decadenza autunnale della “Canestra di Frutta” della Pinacoteca Ambrosiana.

È giunta così al termine la nostra domenica sassarese! Stanchi ma soddisfatti perché abbiamo conosciuto una Sassari diversa, molto lontana dai centri commerciali e dai negozi del centro. Questa città ha molto da raccontare e offrire a chi ha voglia di conoscerla a fondo. Siamo consapevoli che ancora abbiamo molto da scoprire su Sassari e per questo ci ritorneremo. Naturalmente non di domenica, considerato che molti luoghi della cultura in questo giorno della settimana sono chiusi!!!

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