Stazione dell'Arte a Ulassai Maria Lai
Sardegna,  Zone interne

Stazione dell’Arte con bambini: un viaggio nell’opera di Maria Lai.

Desideravo da tempo visitare la Stazione dell’Arte di Ulassai e scoprire da vicino le opere, e il pensiero che le permea, di un’artista che mi affascina tantissimo: Maria Lai.

Come mi aspettavo, l’esperienza vissuta in questo luogo è stata originale ed emozionante. Maria Lai, e la sua arte, ha saputo coinvolgere non solo me ma anche, e soprattutto, Michele e gli altri bambini presenti.

La grandezza di quest’artista sta, a mio avviso (ricordate che ho il chiodo fisso per l’arte), nella sua capacità di adottare un linguaggio semplice e comprensibile a tutti.

Un linguaggio che per la sua chiarezza e per il messaggio che riesce a trasmettere ricorda quello dei bambini: concetti profondi esposti in modo chiaro e diretto, senza i fronzoli tipici degli adulti.

Un’arte diretta, sincera e anche crudele, come solo i bambini sanno essere.

Un linguaggio che ricorda quello delle fiabe, con una loro specifica morale in cui è racchiusa la funzione didattica del racconto.

Stazione dell'Arte Ulassai Sardegna
In visita tra le opere di Maria Lai.

E’ per questo motivo che tenevo particolarmente a visitare insieme a Michele questo museo e a fargli conoscere l’artista e la donna Maria Lai.

E’ per lo stesso motivo che voglio condividere con voi quest’esperienza, raccontandovi quanto la Stazione dell’Arte di Ulassai e le opere di Maria Lai siano assolutamente adatte e comprensibili per i più piccoli. Anzi forse sono proprio loro a possedere le chiavi di lettura ideali per comprendere a fondo il pensiero e il linguaggio di quest’artista. Insomma sono loro che riescono ad arrivare dritti al sodo di queste opere, senza perdersi in fronzoli. 🙂

Questo post è dunque il mio personale omaggio a Maria Lai, artista che sto imparando a conoscere ultimamente, e al museo che la racconta in modo completo: la Stazione dell’Arte per l’appunto.

Nell’articolo troverete il racconto della nostra visita e le informazioni per pianificare la vostra esperienza.

Ma prima voglio iniziare rispondendo a una domanda che Michele mi ha fatto di fronte al portone del museo.

Chi è Maria Lai?

Ve la racconto così come l’ho raccontata a lui! 😉

Maria Lai: la bambina, la donna e l’artista.

All’inizio del secolo scorso, in un paese del centro della Sardegna, posto in uno di quei luoghi dove montagna e mare sembrano protendersi per toccarsi senza riuscirci mai, nacque una bambina piccola piccola, seconda di cinque figli.

Il suo fisico era talmente debole che per questioni di salute era costretta a trascorrere tutti gli inverni lontano da casa e dalla sua famiglia. Sono stati anni di solitudine: la salute ballerina non le permetteva né di giocare insieme agli altri bambini né di andare a scuola.

Per superare questa solitudine la piccola Maria Lai usò la fantasia e si costruì un mondo immaginario. Anzi, fece molto di più… lo disegnò.

E’ proprio in questi anni che Maria Lai scoprì, e coltivò, l’attitudine al disegno. Alimentando così una passione che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita.

Passò il tempo, Maria Lai crebbe e si rimise in salute. I genitori, a quel punto, presero una decisione molto importante: iscrissero la giovane alle scuole secondarie di Cagliari.

Qui fece un incontro che le cambiò la vita: il suo maestro di Lettere era infatti Salvatore Cambosu, un uomo di grande cultura, intelligenza e sensibilità, che comprese immediatamente le tante difficoltà che la ragazza stava affrontando nell’inserimento scolastico.

E’ lui che, aiutandola, scoprì per primo la sua spiccata sensibilità artistica ed è sempre lui che le fece conoscere e comprendere l’importanza del Latino e della Poesia.

Non importa se non capisci, segui il ritmo.

(Salvatore Cambosu)

E’ con queste parole che Salvatore Cambosu ha illuminato la giovane mente di Maria Lai.

E’ un insegnamento che l’artista si è portata dietro per tutta la vita, tanto da desiderare che questa frase fosse posta all’ingresso di ogni istituto e museo.

Fu così che il ritmo diventò un elemento fondamentale della poetica di Maria Lai; la quale cercherà sempre nelle opere un’alternanza ritmata di “pieni” e di “vuoti”.

Stazione dell'Arte Fondazione
Un interessato Michele sfoglia un “libro cucito” di Maria Lai.

Gli anni di solitudine e malattia avevano forgiato il carattere di Maria Lai che, nel 1939, decise di iscriversi al Liceo Artistico di Roma.

E’ una decisione importante che cambia radicalmente la sua vita.

E’ una decisione importante che Maria Lai prende da sola, senza dover subire le scelte fatte per lei.

E’ la prima volta che l’artista si allontana dall’isola.

Forse ancora non lo sa, ma con la sua terra la legherà un rapporto intimo e radicato che costituirà il respiro della sua arte futura.

Maria Lai è giovane e inquieta come solo i giovani sanno essere. Chissà cosa veramente la spinge nei suoi continui spostamenti e mutamenti.

Dopo Roma è la volta di Verona e poi Venezia, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e diventa allieva dello scultore Arturo Martini. Sono anni difficili, intensi e particolari per Maria Lai, e non solo per lei. Sono infatti gli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Ma il legame con la terra d’origine inizia a farsi sentire e, nel 1945, ritorna in quel di Cagliari, dove ad attendarla c’è il vecchio maestro.

Negli anni cagliaritani entra in contatto col mondo dei bambini e con la loro forte capacità di comunicazione. Sono gli anni in cui insegnò disegno in alcune scuole elementari della città.

Ancora una volta però il destino le vuole ricordare cos’è il dolore e la solitudine. Nel 1954, vicino a Ulassai, viene ucciso il fratello dell’artista. Fu un evento particolarmente doloroso per lei, che trova conforto nell’arte e a Roma.

Iniziò un periodo di intensa attività che coincise con la crescente attenzione che i mezzi di comunicazione e il pubblico iniziarono a riservarle.

Ma ancora una volta la vita ha in serbo un cambiamento.

Nel 1961 iniziò un decennio di crisi artistica.

Maria Lai mutò nuovamente; si avvicinò al mondo degli scrittori e della poesia (complice l’amicizia e collaborazione con Giuseppe Dessì); riscoprì il legame con la sua terra d’origine, avvicinandosi ai miti e alle leggende sarde. Crebbe in lei la consapevolezza che l’essere sarda costituisse un tratto distintivo della sua persona, e dunque della sua arte.

Iniziò così un percorso artistico che la portò a intessere un profondo legame col passato sardo, attraverso l’utilizzo dei suoi “oggetti simbolo”: il telaio e il pane, per fare alcuni esempi.

Lei vede e interpreta il passato come indagine del futuro.

Furono gli anni della maturità e di importanti riconoscimenti. Nel 1971, presso la Galleria Schneider di Roma, espose i suoi primi telai. Sei anni dopo (1977) espose alla Biennale di Venezia.

Gli anni Ottanta invece furono caratterizzati dalle “istallazioni effimere” e dalle azioni teatrali, cui si devono aggiungere i “Libri cuciti” e le cosiddette “Geografie”, ovvero delle mappe astrali.

Sono gli anni in cui conobbe Costantino Nivola.

Stazione dell'Arte museo Ulassai Maria Lai
Michele alla Stazione dell’Arte.

L’ultimo periodo della sua vita segnò una sorta di sintesi artistica. Maria Lai portò a compimento la sua arte arrivando a creare una commistione perfetta della sua intera produzione artistica, producendo opere che condensano insieme i diversi percorsi intrapresi nei vari periodi della sua proficua attività.

Fino alla morte (avvenuta nel 2013) non smise mai di dedicarsi all’arte e alla diffusione della cultura artistica in Sardegna e nel suo paese d’origine, Ulassai. Al 2006 infatti risale la sua attiva partecipazione alla realizzazione e inaugurazione della Stazione dell’Arte a Ulassai.

Io ora la immagino come una “janas”, intenta a custodire saperi antichi aspettando che qualcun*, con l’anima giusta, sia pront* per farli suoi e tramandarli alle nuove generazioni. La immagino insieme alle altre “janas””, ognuna col suo tesoro, che popolano la fantasia dei bambini, i racconti degli anziani, le leggende del mio popolo.

La Stazione dell’Arte e Maria Lai.

La Stazione dell’Arte non è un semplice museo.

E’ più un dono.

Un dono che Maria Lai ha fatto alla sua comunità. Un dono che il paese di Ulassai ha fatto alla sua illustre concittadina.

La sua storia inizia nel 1981, quando un razzo , con appeso un nastro celeste, venne sparato in aria per dare inizio all’operazione “Legarsi alla Montagna”, una grande opera di “Arte Relazionale” che coinvolse l’intera comunità di Ulassai.

Da quel momento Ulassai, grazie all’arte di Maria Lai, si trasformò da paese simbolo dell’isolamento dell’entroterra sardo a uno dei maggiori centri di aggregazione culturali dell’isola.

– La Stazione dell’Arte. Un museo multimediale.

Iniziamo dal contesto paesaggistico.

La scelta della location per ospitare la struttura museale destinata a contenere la produzione artistica di Maria Lai non è casuale, ma ha voluto rispettare uno dei messaggi che stavano più a cuore all’artista: avvicinare l’arte alla gente.

L’arte ci tiene per mano.

Maria Lai

Il museo, nato nel 2006 a seguito della donazione da parte dell’artista di oltre 150 opere, è allestito all’interno dell’ex stazione ferroviaria, posta a valle del paese e si affaccia su un panorama mozzafiato (una vera opera d’arte naturale).

E’ bene precisare che Maria Lai non si limitò a partecipare attivamente all’allestimento della Stazione dell’Arte. La sua collaborazione infatti non si concluse con l’inaugurazione del 2006.

Da quel momento l’artista continuò nel tempo a realizzare opere per gli spazi esterni, di cui sono un esempio i nastri celesti in ceramica, che indicano al visitatore il percorso museale, o il bellissimo “Monumento a Gramsci”, una delle personalità a cui l’artista si sentiva particolarmente legata intellettualmente.

# Visita alla Stazione dell’Arte.

Entrare all’interno della Stazione dell’Arte significa affrontare un vero e proprio viaggio nella bellezza e nel sapere antico.

Una moltitudine di opere, dalle diverse forme, colori e consistenze, ci hanno portato alla scoperta di un mondo sospeso tra reale e irreale.

Il reale è negli oggetti e nei materiali utilizzati per realizzarli; l’irreale è quello del racconto, dei miti, delle fiabe e dei personaggi che li abitano.

Visitando il museo abbiamo ritrovato oggetti che conoscevamo già e che ci hanno ricondotto agli anni dell’infanzia. E ci siamo stupiti nel constatare che ognuno di essi racchiudeva una storia e un insegnamento.

– La Stazione dell’Arte. Un museo per i bambini.

L’essenza stessa dell’arte di Maria Lai rende questo museo perfetto per essere visitato insieme ai bambini.

La semplicità con cui l’artista riesce a comunicare la bellezza e i messaggi più intimi e profondi saranno immediatamente recepiti dai visitatori più piccoli.

Anzi sapete una cosa?

Vi consiglio vivamente di farvi spiegare direttamente da loro i racconti più o meno celati delle sue opere. Seguite il loro modo di recepirle e percepirle; fatevi condurre dalla loro sensibilità.

Muovetevi insieme a loro tra gli spazi espositivi, tra gli scialli, i “libri cuciti”, i “telai”.

Fatevi prendere per mano dai bambini e dall’arte che vi circonda.

– La mostra “Maria Lai. Tenendo per mano l’ombra”.

Colgo l’occasione per segnalare che sino al 9 febbraio 2020 la Stazione dell’Arte ospita la mostra “Maria Lai. Tenendo per mano l’ombra”, un’ iniziativa bellissima e particolarmente adatta ai bambini.

La mostra infatti nasce con l’intento di ripercorrere l’intera produzione di fiabe, miti e leggende presenti nelle opere di Maria Lai per svelarne i significati intimi che si nascondono dietro le immagini, spesso metaforiche, che utilizza l’artista.

Stazione dell'Arte Ulassai Sardegna
La fiaba “cucita” di “Tenendo per mano l’ombra”.

La rassegna si focalizza su un’interessante istallazione multimediale che permetterà al pubblico, piccolo e grande, di rivivere i racconti e le suggestioni evocate dall’artista durante il percorso creativo.

La visione di queste fiabe vi permetterà di entrare in una dimensione esperenziale. In questo modo sarete interamente coinvolti in un ambiente multimediale, immersivo e interattivo, nel viaggio all’interno dell’immaginario dell’artista.

E’ un’occasione unica per sognare e interpretare il mondo con gli occhi dei bambini e insieme ai bambini.

Informazioni utili.

Se il post vi è piaciuto e ormai desiderate tanto visitare la Stazione dell’Arte (ne sarei veramente felicissima), vi consiglio di dare un’occhiata al sito web del museo per verificare tutte le info relative alle modalità di visita (lo trovate cliccando qui).

Stazione dell'Arte a Ulassai Ogliastra

In breve i servizi a misura di bambino della Stazione dell’Arte.

Nel sito troverete anche maggiori informazioni sulla produzione artistica di Maria Lai, così potrete prepararvi alla visita nel migliore dei modi. 😉

Concludendo…

Questo post mi ha dato modo di approfondire la conoscenza di Maria Lai e mi ha aiutato a comprendere meglio un altro pezzo di quel grande puzzle che è la mia Sardegna e, quindi, la mia identità di sarda.

E’ stato bellissimo ed emozionante condividere quest’esperienza con Michele. Sono riuscita a raggiungere il doppio obiettivo di farlo avvicinare al mondo dell’arte (contemporanea nello specifico) e, nel contempo, di aggiungere un altro piccolo semino nella sua presa di coscienza identitaria.

Ovviamente continuerò in questa missione…

Sono già previste nuove escursioni e nuove scoperte! Che vi racconterò sicuramente. 😉

Voi però continuate a seguire le nostre avventure…

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Vi aspetto al prossimo post. 🙂

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