
Sa Corona Arrubia: un museo per un territorio!
Può un museo raccontare la storia del territorio che lo ospita, spiegandone gli habitat naturali che lo compongono e riferendo come è mutato nel corso del tempo il modo di abitarci e lavorare?
Ma soprattutto, può un museo che contiene tutte queste informazioni spiegarle ai bambini in maniera semplice e divertente?
Noi siamo stati al Museo del Territorio Sa Corona Arrubia e, dopo averlo visitato, possiamo dire che una struttura museale può fare tutto questo.

Il Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia.
In realtà il vero nome di questa struttura museale è Museo Naturalistico del Territorio “Giovanni Pusceddu”, ma dagli amici si fa chiamare semplicemente Museo del Territorio Sa Corona Arrubia dal nome del Consorzio Turistico (creato negli anni Ottanta dalla volontà proprio di Giovanni Pusceddu, allora sindaco di Villanovaforru) che attualmente comprende 20 Comuni della Marmilla (pensare che all’inizio della loro storia erano solo 4). 🙂
Il Consorzio Turistico nasce con l’obiettivo di creare integrazione territoriale: per questo motivo favorisce i progetti che contribuiscono a valorizzare e promuovere il patrimonio culturale e naturalistico in maniera integrata.
Il territorio della Marmilla.
La Marmilla è una regione storica della Sardegna posta nella zona centro meridionale dell’isola.
Questo territorio è stato abitato sin dalla preistoria, come dimostrano i numerosi siti archeologici (soprattutto nuraghi e tombe dei giganti) presenti in maniera sparsa e, a volte, fruibili liberamente.
Il Museo del Territorio Sa Corona Arrubia.
Abbiamo visitato questo Museo qualche giorno fa e Michele ne è rimasto entusiasta, tanto che per gran parte della visita si è dilettato a imitare la nostra guida: la bravissima Lucia.
Il Museo si trova in aperta campagna (potremo dire tranquillamente che è immerso nella natura circostante) nella strada che collega i comuni di Siddi, Villanovaforru, Lunamatrona e Collinas.
Arrivarci comunque non è difficile perché ben segnalato.
L’unica informazione che ci sentiamo di dare è che all’altezza dell’ultimo incrocio non dovete fermarvi nel parcheggio della prima struttura (è la piscina) ma proseguire per qualche centinaia di metri sino al Museo.
Una volta arrivati si ha a disposizione un ampio parcheggio.
Come anticipato, Lucia ci ha accompagnato alla scoperta della collezione permanente del Museo Sa Corona Arrubia, articolata in tre diversi padiglioni dedicati a fauna, botanica e antropologia.
Michele (ma anche Rossana, che ci ha accompagnato in questa escursione) ha sicuramente preferito il Padiglione Faunistico che, con i suoi grandi diorami, ricostruisce gli habitat naturali tipici del territorio della Marmilla.
Ogni diorama (ricostruzione in scala e assai dettagliata di un habitat) ci ha permesso di conoscere a fondo le particolarità di questo territorio, potendo ammirare da vicino le diverse tipologie di piante e animali che lo abitano.
Mentre Michele rimaneva estasiato dalla vista degli animali, io e Rossana siamo rimaste affascinate dalla cura dei dettagli, anche quelli più piccoli, e dalla procedura con cui viene realizzato ogni singolo diorama.
La vetrina che ci ha colpito maggiormente è stata sicuramente quella che riproduce una lecceta e il suo sottobosco.
Ci è parso di trovarci veramente nella penombra, tra gli animali che abitano questo habitat!

La visita al Museo è proseguita nel Padiglione Botanico dedicato in particolar modo ai più piccoli e alla didattica.
Mediante disegni e riproduzioni tridimensionali viene spiegato in maniera chiara ed esaustiva come funziona una pianta e come si forma un frutto.
All’interno di questo Padiglione è presente anche un Erbario dove sono conservati i campioni delle piante presenti nel territorio, corredati da schede scientificamente accurate.
Vi Sono esposti anche gli strumenti (alcuni d’epoca) necessari alla creazione di un erbario e durante la visita vengono spiegati le procedure e le fasi della creazione di un vero e proprio archivio delle piante.
Il percorso espositivo si è concluso con il Padiglione Antropico, un vero concentrato di storia della Marmilla dove abbiamo potuto ammirare da vicino le ricostruzioni tridimensionali dei più importanti siti archeologici del territorio.
Bellissima la ricostruzione a grandezza naturale di una capanna prenuragica, ma ad averci colpito particolarmente è il plastico del villaggio nuragico di Genna Maria (forse perché era la meta successiva di quell’escursione).
Bella l’idea quella di rappresentare il villaggio durante la sua costruzione così da riuscire a spiegare le tecniche edilizie del periodo.
Una sezione di questo padiglione è dedicata alla collezione etnografica con un’interessante esposizione di oggetti che ricordano la vita dei contadini di qualche decennio fa. Ci sono proprio tutti gli strumenti necessari alla coltivazione, raccolta e lavorazione del grano.
La collezione è completata da alcune bellissime fotografie d’epoca che ci hanno aiutato a immaginare sia come doveva essere faticoso il lavoro dei campi sia come ci si doveva divertire durante le feste organizzate in occasione della semina e del raccolto.
La nostra visita al Museo del Territorio Sa Corona Arrubia è stata talmente interessante che ci sentiamo di consigliarla sia alle famiglie con bambini sia d’età scolastica, perché è sempre affascinante “toccare con mano” ciò che si studia sui libri, che a quelle con bimbi piccoli, perché si entusiasmeranno sicuramente nel vedere i diorami e tutti gli animali che stanno imparando a conoscere.
Inoltre il Museo è spesso in fermento perché vengono organizzate periodicamente delle mostre temporanee.
Nota da mamma: il Museo dispone di un comodo bar dove si possono riscaldare eventuali pappe, mentre la toilette è abbastanza ampia da poter garantire la possibilità di cambiare il pannolino sul passeggino.
Il Territorio attorno a Villanovaforru offre altre attrattive molto interessanti.
Una di queste è sicuramente il sito archeologico di Genna Maria, un luogo altamente suggestivo!


