
Rebeccu: il paese fantasma e il suo patrimonio artistico e archeologico.
«Rebeccu, Rebecchei da ‘e trinta domos non movei» (= «che Rebeccu non superi mai le trenta abitazioni»).
Così recita, secondo la leggenda, l’antica maledizione lanciata al borgo, e ai suoi abitanti, nel Medioevo dalla principessa Donoria, figlia del Re Beccu, quando venne cacciata dal paese perché accusata di stregoneria.
Vera o no questa maledizione, la leggenda comunque, come sempre, ha un fondo di verità, visto che il paese è veramente rimasto fermo nel tempo e, a partire dal XV secolo, ha subito una lenta, quanto inesorabile, decadenza, sino a essere completamente abbandonato.
Per intenderci: nella metà del secolo scorso contava solamente sei residenti!
Sono stata diverse volte in questo luogo, anche perché vanta una bella chiesa romanica.
E considerato che niente incuriosisce di più di un paese fantasma con tanto di maledizione, non potevo non portarci Michele (che in realtà c’era già stato piccolissimo, quando ancora non avevo nemmeno ipotizzato di aprire un blog) e le amiche Daniela e Lola.

Questa volta, vista l’ottima compagnia (alla quale bisogna aggiungere Maria e Ilaria, una giovanissima new entry), non ho perso l’occasione per visitare tutto il territorio di Rebeccu, andando anche alla ricerca della fonte preistorica di Su Lumarzu.
Se siete curiosi di conoscere la nostra avventura a Rebeccu, continuate a leggere il post! 🙂
Rebeccu: la nostra avventura.
Abbiamo visitato questo piccolissimo borgo del Meilogu in una giornata particolarmente uggiosa, rischiando che un acquazzone ci sorprendesse mentre eravamo allegramente disperse per la campagna alla ricerca della fonte nuragica.
Ma senza rischio che avventura sarebbe? 😉
Fortunatamente la pioggia è stata clemente, abbiamo trovato la fonte e visitato il paese in tutta tranquillità.
Questo è il racconto della nostra avventura. 🙂
1. Il borgo.
Rebeccu è l’unica frazione di Bonorva, un piccolo paese del Meilogu conosciuto per le importanti testimonianze archeologiche ritrovate nel suo territorio (una su tutte le meravigliose domus de janas di Sant’Andrea Priu).
Arrivarci è abbastanza semplice perché, una volta che si attraversa il paese in direzione di Bono, si trovano le indicazioni stradali per il piccolo borgo.
La frazione sorge in posizione sopraelevata e regala una bellissima vista sulla piana di Santa Lucia, facendo spaziare lo sguardo sino al Goceano.
Oggi a Rebeccu non vi abita più nessuno.
La trentina di case (eh si proprio trenta!) che costituiscono questo borgo sono tutte chiuse, compreso l’unico ristorante posto proprio nella piazza centrale del paese, dove si affaccia anche la chiesetta.
Ad accoglierci abbiamo trovato solamente una decina di gatti, pronti a farsi fare le coccole e a stalkerizzare la povera Lola, che ha una fifa tremenda dei colleghi felini! 🙂
Passeggiare per le viuzze di questo paese è veramente piacevole e, prestando in po’ di attenzione, si possono notare alcuni elementi decorativi che ancora oggi abbelliscono le abitazioni e rimandano a tanti secoli fa, quando Rebeccu era un borgo fiorente e ancora non aveva subito le conseguenze della maledizione di Donoria.
Tutto qui è silenzioso.
Gli unici rumori che potrete sentire saranno il miagolio dei gatti, il vento e il rumore dell’acqua.
Perché qui di acqua ce n’è veramente tanta… tanto che i nostri antenati nuragici vi hanno costruito una bellissima fonte.
2. La fonte di Su Lumarzu.
A qualche centinaio di metri dal borgo si trova un sito archeologico molto interessante: una fonte nuragica ben conservata, comunemente conosciuta come fonte di “Su Lumarzu”.

Arrivarci è una vera avventura perché, sebbene poco distante dall’abitato e segnalata, la fonte si trova immersa nella campagna circostante, completamente avvolta dalla ricca vegetazione di questo territorio.
Devo ammettere che è stata un’escursione veramente divertente, che ci ha permesso di conoscere angoli molto belli anche dal punto di vista naturalistico.
Michele si è divertito tantissimo ad andare a “caccia della fonte” e soprattutto a sporcarsi le scarpe col fango, come Peppa Pig. 🙂
Lungo il percorso abbiamo scovato anche una domus de janas molto particolare, dalla curiosa forma che ricorda un piccolo nuraghe.
Michele ha deciso che quella doveva essere la casa di qualche gnomo, evidentemente andato lì ad abitare dopo aver sfrattato una povera jana. 😉
Una volta arrivati a destinazione, felici e infangati, ci siamo trovati di fronte a una piccola fonte di età nuragica, costituita da un atrio e da una celletta ove si raccoglie la vena sorgiva.
Immediatamente Lola e Michele sono andati a vedere se l’acqua c’era ancora e, soddisfatti, hanno potuto constatare che era presente.
Onde evitare il peggio ovviamente li abbiamo subito allontanati da lì! 😉
L’atrio, lastricato, è ben conservato, tanto che ci siamo potute accomodare, per riposare e per le classiche foto, nei sedili in pietra che lo delimitano.
Chissà se qualche mia antenata si è mai seduta su quelle pietre!
Mentre eravamo intente a scattare qualche foto, e a evitare che Michele e Lola si bagnassero (e sporcassero) troppo, abbiamo individuato la canaletta attraverso cui defluisce l’acqua dalla celletta.
Il condotto di scolo invece corre sotto la pavimentazione dell’atrio ed è quindi nascosto alla vista.
Il sito venne utilizzato anche in epoca cristiana, come dimostra la croce incisa su un concio.
Felici del nostro ritrovamento, e dopo esserci riposate, abbiamo preso la via del ritorno per non approfittare troppo della clemenza della pioggia.
Infatti appena arrivati alla macchina ha iniziato a diluviare.
Ogni tanto un po’ di “fortuna metereologica” ci vuole! 😉
3. La chiesa medievale di San Lorenzo.
Lasciato il paese fantasma per riprendere la strada principale, ci siamo fermati in prossimità della piccola chiesa di San Lorenzo di Rebeccu.
Si tratta di una chiesa romanica di modeste dimensioni, rimaneggiata nel corso degli anni, tanto che oggi sono visibili solo alcuni particolari architettonici e decorativi, che comunque lasciano immaginare la bellezza originaria di questo luogo di culto.
Tra i dettagli decorativi a Michele è piaciuto molto uno strano nodo che decora una delle mensole abisidali.
Si tratta di un “nodo di Salomone”, un simbolo molto usato nel medioevo per indicare l’unione profonda tra l’uomo e la sfera del divino.
Fu usato anche dai Templari, ma – ripeto – era molto usato anche prima (e aggiungerei a prescindere) – del famoso ordine medievale.
Quindi non andate a San Lorenzo di Rebeccu convinti di trovare il Santo Graal o rimarrete delusi! 😉

Rebeccu, paese fantasma per avventure per tutta la famiglia.
Un’escursione a Rebeccu è consigliata a tutta la famiglia perché vi permetterà di condividere una vera avventura e la scoperta di un angolo di Sardegna che conserva intatto tutto il fascino del mistero.
Una Sardegna poco conosciuta, ma ma molto interessante.
Proprio come piace a noi di bimboinspalla. 🙂
La visita al paese, con la sua macabra leggenda, vi permetterà di concedervi una rilassante passeggiata.
Se sarete particolarmente fortunati potrete concedervi anche uno squisito pranzo con piatti tipici nell’unico ristorante del borgo.
Come vi abbiamo anticipato, la visita alla fonte nuragica sarà una vera avventura che vi trasformerà in provetti Indiana Jones.
Attorno alla chiesa romanica, invece, si apre un grande campo dove i bambini potranno correre tranquillamente e vedere le mucche a distanza ravvicinata (sono nel loro recinto però, state tranquilli).
Informazioni pratiche.
Il piccolo borgo di Rebeccu si trova fuori dall’abitato di Bonorva, da cui dista circa 6 Km.
Raggiungerlo è abbastanza facile: usciti dal paese si devono seguire i cartelli per Bono/Foresta Burgos, poi si trovano le indicazioni precise.
All’entrate del paese c’è un parcheggio gratuito.
Lasciate lì l’auto perché per le vie di Rebeccu si gira tranquillamente a piedi e in passeggino.
Nota da mamma: se avete un bimbo piccolo e desiderate arrivare sino alla fonte, consiglio vivamente marsupio e fascia.
La chiesa di San Lorenzo si trova in un terreno privato ma è accessibile.
Il cancello è chiuso solo da uno spago.
Ricordatevi di richiuderlo a ogni vostro passaggio, altrimenti grossi animali potrebbero entrare nel campo.

Voi siete mai stati a Rebeccu?
Vi va di raccontarci la vostra esperienza nei commenti?
Vi aspettiamo! 🙂

