
Olbia archeologica: un itinerario per scoprire i segreti della città!
Devo dire la verità!
Olbia l’ho conosciuta veramente solo di recente.
Per me la città si identificava con il porto, con gli imbarchi e gli sbarchi; con i negozi e i locali.
Per coloro i quali, come me, la conoscono solo superficialmente, scrivo questo post.
L’obiettivo è quello di far conoscere una città diversa, molto antica e affascinante.
Una città con una lunga storia da raccontare.
Per scoprirla ho chiesto di accompagnarci in un viaggio tra i tesori archeologici a Durdica, guida turistica e archeologa dell’Associazione Archeo Olbia.
Lei e la sua Associazione si occupano di valorizzare il patrimonio culturale olbiese da oltre dieci anni.
Insieme a lei, e alla piccola Vanessa, siamo andati alla scoperta di un tesoro.
Siamo andati alla scoperta di Olbia archeologica.
Ora ti racconto meglio la nostra avventura.
Pronto? 😊
Olbia Archeologica: l’itinerario
In questo post voglio proporti l’itinerario realizzato da noi, insieme a Durdica che ci ha guidato tra i tesori archeologici testimonianti la lunga e importante storia di Olbia.
Quest’itinerario comprende siti di diverso genere ed epoca, soprattutto relativi al periodo nuragico e romano.
Sapevi che Olbia è stata un importante centro romano? 🤓
Volutamente ho lasciato fuori dall’itinerario “Olbia Archeologica” il Castello di Pedres (inserisco link alla fine) e la bellissima chiesa di San Simplicio.
Raccontano un’altra epoca, talmente interessante da meritare un itinerario a parte.
Ma andiamo con ordine per parlarti delle tappe del nostro itinerario:
1. Tomba dei giganti “Su mont’e s’abe”
Come sai una tomba dei giganti è una sepoltura di tipo collettivo, cioè destinata a conservare più corpi.
Sai anche che si tratta di una struttura megalitica per via della sue grandi dimensioni.
Non a casa il suo nome scomoda nientepopodimeno che i giganti! 😋
Quello che forse non sai è che quella che si trova alle porte di Olbia, proprio sotto il bel Castello di Pedres, è una delle meglio conservate dell’Isola.
Un’altra particolarità di questa sepoltura preistorica è che è stata costruita in diversi momenti: la prima fase risale alla cosiddetta Cultura di Bonnanaro (1.800 – 1.600 a. C.), successivamente questa prima struttura venne modificata nelle forme che ancora oggi vediamo.
Una volta giunti di fronte a “Su mont’e s’abe” potrai ancora ammirare parte della lunga esedra semicircolare.
La potessimo vedere dall’alto ci ritroveremo di fronte alla caratteristica testa di un toro, che nella preistoria simboleggiava la fertilità.
Con i suoi 28 m di lunghezza e i suoi 6 metri di larghezza, Su mont’e s’abe è una delle tombe dei giganti più grandi sinora ritrovate in Sardegna.
2. Pozzo sacro “Sa Testa”
Esattamente dall’altra parte di Olbia rispetto alla tomba dei giganti “Su mont’e s’abe” si trova una straordinaria testimonianza archeologica, risalente anch’essa al periodo nuragico.
Il sito oggi si trova in piena area industriale, ma dimostra come anticamente questa stessa terra oggi ricoperta di capannoni e centri commerciali avesse una vocazione sacra.
Qui, in un tempo lontanissimo, gli uomini e le donne si recavano per onorare le divinità delle acque.
Ad incuriosire sarà sicuramente la sua strana forma: dopo il toro della tomba dei giganti, qui a “Sa Testa” ti troverai di fronte a una serratura, che vuole simboleggiare una porta, un collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
La struttura, realizzata tra il XV e il XIII secolo a. C. in granito, scisto e trachite, è composta da un cortile circolare, un vestibolo che mette in comunicazione il cortile con il pozzo vero e proprio, cui si accede attraverso 17 gradini.
Arrivat* all’imboccatura del pozzo ti accorgerai di non poter scendere oltre, perché qui l’acqua è perenne perché sgorga costantemente dalle profondità della terra.
3. L’acquedotto romano
Ho già detto che Olbia fu un importante centro in epoca romana.
Ecco, l’acquedotto è una testimonianza preziosa di questo periodo florido che la città visse attorno al II e III secolo d. C.
Si trattava di un’opera imponente che, con i suoi 3,5 Km di lunghezza, portava l’acqua dalle sorgenti di Cabu Abbas sino alla città.
Le rovine di quest’importante opera pubblica si trovano in diverse parti di Olbia, ma le più imponenti sono sicuramente quelle in località “Sa Rughittula” (= piccola croce), dove è possibile vedere la piscina limaria per la decantazione dell’acqua, le arcate poggiate su piloni di base quadrata e un breve tratto del muro pieno che corre per circa 100 m per poi fermarsi bruscamente in prossimità della linea ferroviaria Olbia-Golfo Aranci.
Non a caso durante il nostro itinerario vedremo proprio queste! 😉
4. Passeggiata nel centro storico.
L’ultima fatica del nostro itinerario per scoprire Olbia archeologica è una bella passeggiata tra le vie del centro storico, che – ti posso assicurare – nascondono tanti segreti.
Sai dove si trovava il foro romano?
Conosci i segreti che celano alcune case nei loro scantinati?
Scommetto di no! 😅
Quindi questo itinerario fa proprio al caso tuo. 😉
Un itinerario a misura di bambino
Ogni tappa di quest’itinerario è assolutamente pensata per i più piccoli.
Si tratta sempre di luoghi aperti, in gran parte in campagna, facilmente raggiungibili e abbastanza sicuri.
Insomma oltre a visitare i siti e a scoprire Olbia archeologica, i bambini potranno correre, giocare e divertirsi in tutta tranquillità.
Non male, no?
Informazioni utili
Per informazioni sull’itinerario, devi fare assolutamente riferimento alle guide dell’Associazione Archeo Olbia.
Sono una garanzia.
Aggiungo anche che noi domenica 6 faremo un’escursione seguendo proprio quest’itinerario e se vuoi partecipare o ricevere maggiori informazioni, puoi contattarmi in privato.
Concludendo…
Spero con questo post di averti trasmesso almeno un po’ della sorpresa nello scoprire questo lato nascosto di Olbia.
Ormai non riesco a guardarla più con gli stessi occhi.
Olbia è un chiaro esempio di come qui in Sardegna tutto, anche le città più moderne, raccontano una storia millenaria.
Basta guardare oltre l’apparenza, e a volte bisogna abbassare lo sguardo per vedere dove stiamo mettendo i piedi.
A presto! 😘
Ti suggerisco qualche link…
Castello di Pedres, sentinella di un regno e del nostro passato.

