
MEOC di Aggius: il custode della memoria storica di una comunità.
Scrivo questo post con uno stato d’animo diverso dal solito. Lo scrivo con quel senso di responsabilità che grava su chi ha il compito di ricordare qualcosa o qualcuno di importante. Lo scrivo non a cuor leggero… perché è l’ultimo ricordo che ho di una persona gentile che amava il suo paese e la Sardegna tutta.
In questo articolo non parlo solo del MEOC, il museo etnografico di Aggius; ma racconto di quell’ultima volta che, con Michele, abbiamo visto Andrea e ci siamo fatti accompagnare, insieme a Claudia, alla scoperta del paese e delle sue tradizioni.
Ecco questo è il mio (piccolo) contributo in quel ricordo corale di Andrea che in queste settimane è stato fatto sulla stampa e sui social.
Non a caso ho scelto di dedicare questo post al MEOC, custode di quella tradizione e memoria storica di cui Andrea andava tanto orgoglioso.

Il Museo Etnografico Carta Olivas (MEOC) di Aggius.
Andrea andava molto fiero di questa struttura museale.
E ne aveva tutte le ragioni.
La sua ricca collezione, l’interessante percorso espositivo che alterna spazi prettamente musealizzati a ricostruzioni fedeli di ambienti tradizionali d’epoca, l’ampiezza degli spazi e le strumentazioni multimediali fanno di questo museo il più grande di tutta la Sardegna.
Le sue sale e i suoi giardini ospitano reperti e ricordi che ci aiutano a ripercorrere la storia non solo di Aggius, ma di tutta la Gallura, dal 1600 a oggi.
Il percorso di visita del MEOC.
Le diverse sale del MEOC sono come degli scrigni che custodiscono le testimonianze e i ricordi di un passato più o meno recente.
Gli ambienti espositivi raccontano una storia che, a quelli della mia generazione (e anche qualcuna in più), riporterà alla mente i ricordi dell’infanzia, mentre per i più piccoli sarà fonte di grande curiosità perché avranno modo di conoscere alcuni momenti della vita quotidiana dei nonni e bisnonni. 🙂
Di sala in sala il MEOC vi racconterà le diverse attività che fino a qualche decennio fa caratterizzavano la vita di tutti i giorni della comunità di Aggius, ma non solo.
Immancabile la sezione dedicata alla tessitura, una delle tradizioni più importanti e caratterizzanti di questo paese. Talmente importante da essere presente all’interno del MEOC un vero e proprio laboratorio tessile. Quindi durante la vostra visita potrebbe capitarvi di vedere le tessitrici all’opera sui propri telai. 🙂
Sempre alla tessitura è dedicata la “Mostra Permanente del Tappetto Aggese”, dove documenti video, fotografici e musicali ripercorrono la storia di questa tradizione che Aggius può vantare da lungo tempo.
Devo dire che i telai con i gomitoli colorati hanno incuriosito non poco Michele! 🙂

Michele alle prese con il canto “a tasgia”!
Un’altra sala che ha suscitato il particolare interesse del piccolo blogger di casa è stata sicuramente quella multimediale dedicata alla tradizione canora di Aggius.
Questa parte del museo era la novità che Andrea voleva farci conoscere assolutamente e devo dire che Michele ha gratificato pienamente il suo entusiasmo. 😉
Devo precisare che quella del coro è un’altra delle tradizioni fondamentali di questa comunità.
Il canto a più voci aggese, detto a tasgia, è infatti famoso su tutto il territorio regionale. Tale celebrità è dovuta, tra le altre cose, anche al fatto che quello aggese è stato oggetto della più antica registrazione realizzata in Sardegna nel lontano 1924.
Visitando il MEOC abbiamo scoperto una storia molto interessante che riguarda il coro del paese e costituisce un altro tassello importante di quel grande e complesso puzzle che è la Sardegna.
Scommetto che adesso la volete conoscere anche voi! 😉
Facciamo così… io ve l’accenno ma poi, per approfondirla, dovete andare al MEOC! Ok? 😉

– Le ricostruzioni fedeli di ambienti d’epoca.
Ad un certo punto del percorso di visita rimarrete veramente stupiti; soprattutto i bambini perché si ritroveranno all’interno di una casa tradizionale fedelmente ricostruita con oggetti d’epoca e di uso quotidiano.
Potrete immergervi nell’atmosfera intima e accogliente della camera da letto e immaginare le risate e le chiacchiere delle donne mentre preparavano il pane in cucina, accanto al forno.
Ma all’interno del percorso museale del MEOC non sono ricostruite solo le stanze domestiche: alcuni spazi infatti sono dedicati agli ambienti più significativi del passato recente di Aggius, come l’aula della scuola serale aperta nel 1853 o il vecchio ufficio postale. Tutti con arredi d’epoca originali!
Inutile dirvi che sono bellissimi e che è emozionante ritrovarsi tra i banchi di scuola! 😉
Maria Lai, il MEOC e Aggius.
C’è un filo resistente che collega l’artista Maria Lai al borgo di Aggius e al MEOC.
Ed è un filo che guarda caso la tessitura, perché ciò che collega Aggius all’artista di Ulassai è proprio il telaio e la tradizione tessile.
“Essere è tessere” è il grande evento d’arte che ha coinvolto tutta la comunità di Aggius, dai più grandi ai più piccoli, in un itinerario artistico finalizzato a evidenziare il collegamento reale tra passato e presente.
Ma la presenza e l’attività di Maria Lai ad Aggius non si è limitata a questo evento.
Tutto il paese custodisce, nelle sue vie e angoli più suggestivi, opere dell’artista e il MEOC non fa di certo eccezione.
Tra i diversi oggetti custoditi all’interno delle sale di questo interessante museo spiccano infatti alcune opere di Maria Lai, dai 14 telai metallici (ricordo dell’esperienza “Essere è Tessere“) alle bellissime caprette.
Insomma un altro buon motivo per visitare il MEOC! 😉

Perché andare al MEOC insieme ai bambini.
Il percorso espositivo del MEOC, la grande quantità di materiale conservato al suo interno e soprattutto la sua tipologia sapranno sicuramente suscitare l’interesse dei bambini.
Il grande spazio dato alle attività manuali, agli “arte e mestieri”, la possibilità di vedere e toccare con mano (in alcuni casi) gli oggetti esposti permetterà loro di vivere un’esperienza di visita di tipo inclusivo.
I bambini saranno protagonisti attivi della visita e vedrete che avranno un sacco di domande da fare su quello che vedranno e impareranno! 🙂
Il materiale multimediale poi solleticherà la loro curiosità e attrarrà la loro attenzione. Trascorreranno tantissimo tempo a scegliere quale musica ascoltare o quale componente dei due cori di Aggius far cantare.
Attraverso il gioco e quest’esperienza avranno modo di sviluppare e affinare il loro senso critico e il gusto estetico.
Vi stupirà scoprire che orecchio hanno per la musica e la loro capacità di cogliere le sottili differenze tra una voce e l’altra o tra le tante musiche raccolte! 😉

Informazioni pratiche.
Se vi è venuta voglia (come spero) di visitare il MEOC vi consiglio di consultare il loro sito web per pianificare al meglio la vostra esperienza (potete cliccare qui per visionarlo).
Aggiungo che il MEOC è uno degli attrattori di Aggius, che, come avrete modo di scoprire, è un borgo dalle tante risorse (ve ne parlo qua).
Concludendo…
Sono arrivata alla fine di questo post.
Spero di essere riuscita a incuriosirvi e di avervi fatto venir voglia di visitare il MEOC e il paese.
Ci saranno altre occasioni per parlare di Aggius (sapete che c’è un’interessante e originale Museo del Banditismo?), quindi continuate a seguirci anche sui social: Facebook, Twitter, Instagram e Pinterest.

Concludo rivolgendo l’ultimo saluto ad Andrea. Sono sicura che avrebbe apprezzato il post e che subito dopo averlo letto mi avrebbe chiamato!
Quella telefonata non arriverà mai e per questo sono triste… ma Andrea, il suo amore e il suo lavoro per Aggius resteranno sempre. Questo mi conforta!
Ci vediamo presto Aggius!
Alla prossima! 🙂

