
Marmilla alternativa: itinerario delle chiese medievali.
Due anni dopo…
Riprendere in mano questo post è stato un vero tuffo al cuore!
È datato novembre 2015 (l’inizio di tutto) e nelle foto Michele è un vero scricciolo.
Rivedere i vecchi post mi fa comprendere meglio il vero motivo per cui ho iniziato quest’avventura: avere un diario 2.0 che raccontasse a Michele la sua infanzia e che permettesse a noi di ricordare attraverso le parole e le immagini.
E qui quasi mi commuovo! (ho detto quasi!) 🙂

Era il lontano 2015 e quello che state per leggere è uno dei primi post che ho pubblicato.
La grafica, lo storytelling e l’ottica Seo sono da rivedere (per questo l’ho ripreso in mano), ma il contenuto è perfetto per questo periodo.
Si parla di arte e Sardegna Medievale, quindi può essere a ragione inserito nel racconto di una “Sardegna nel Medioevo”.
In più è una preziosa testimonianza del fatto che, quando vi dico che porto Michele in giro per chiese medievali da sempre, non dico bugie! 😉
Se continuerete a leggere il post, vi troverete coinvolti in un itinerario che vi porterà alla scoperta della Marmilla attraverso le sue bellissime (e particolari) chiese medievali.
Perciò che aspettate?
Scorrete il mouse e iniziate a leggere! 🙂
Un itinerario per scoprire l’architettura medievale in Marmilla.
Come ho anticipato, il post è il racconto della nostra esperienza di visita ad alcune delle più belle e originali chiese romaniche e gotiche della Marmilla.
Si tratta di una delle tante escursioni che, da molto prima che arrivasse Michele, ho realizzato insieme all’Associazione “Amici del Romanico” (di cui faccio parte) in giro per l’isola alla scoperta di questi preziosi monumenti.
Da quando esiste il blog, sono solita raccontarle anche a voi perché credo possano suggerire degli spunti di visita molto interessanti! 😉
Quell’autunno del 2015 abbiamo visitato quattro chiese poste in altrettanti paesi della Marmilla: Masullas, Mogoro, Sardara e Siddi.
Abbiamo così avuto l’occasione di scoprire quattro perle dell’architettura medievale sarda, importanti testimonianze di un passato che ci ha visto protagonisti della storia europea.
Per procedere con ordine inizio il racconto parlandovi del territorio oggetto della nostra visita.
Perciò continuate a leggere qua sotto! 😉
La Marmilla.
La Marmilla è una subregione della Sardegna, posta nella zona centro-meridionale dell’Isola, tra la pianura del Campidano e il Monte Arci.
Secondo la tradizione più comune, questo particolare nome è legato alla massiccia presenza sul territorio di numerose paludi, da qui l’appellativo di “mille mari”, per l’appunto Marmilla.
Lasciando da parte le leggende (sempre affascinanti), quello che è indubbio è che quest’area è stata abitata sin dal periodo nuragico, come testimoniano i numerosi reperti ritrovati e riconducibili a questo periodo storico.
In epoca medievale invece la Marmilla era inserita nel giudicato di Arborea, uno dei quattro regni indipendenti in cui era divisa l’Isola.
Il fatto che l’uomo abbia frequentato questi luoghi in maniera continuativa, dalla preistoria sino a oggi, trova giustificazione nella conformazione del territorio e nella sua grande fertilità.
L’itinerario.
Ma veniamo a noi!
Qui sotto vi descrivo le tappe del nostro itinerario sperando di incuriosirvi e di farvi venire voglia di conoscere questo territorio e i suoi piccoli, ma ricchi di storia, paesi:
1. Sardara.
La prima tappa del nostro itinerario è stata Sardara, paese che sorge su uno sperone al centro della pianura del Campidano, dove abbiamo potuto ammirare la bellissima chiesa di San Gregorio, uno dei monumenti gotici meglio conservati in Sardegna.
L’edificio risale al XIV secolo e testimonia benissimo il passaggio dallo stile romanico a quello gotico, giunto nell’isola con in catalani-aragonesi.
Questo momento di transizione culturale e artistica è reso alla perfezione dalla zona absidale, semicircolare all’interno e squadrata all’esterno.
Sempre nell’abside non si può non ammirare la splendida bifora che richiama appieno le forme stilistiche gotiche.
Una volta a Sardara è d’obbligo una passeggiata a piedi per le vie del centro storico, molto ben curato.
Solo così infatti si possono ammirare alcune architetture tipiche del Campidano con le loro corti interne e i bellissimi portali, sui quali, in alcuni casi, fanno bella mostra di sé i simboli delle diverse corporazioni (sellai, vinaioli, etc.).
Visitando questo paese ci siamo resi conto del grande lavoro di recupero del centro storico, curato e pulito.
Per le vie di Sardara si respira un’atmosfera di serenità e accoglienza.
Nelle vie, anche in quelle più strette, ci si sente accolti dalle famiglie che vi abitano e che fanno di tutto per rendere gradevole il passaggio del visitatore! 🙂
La passeggiata ci ha condotto alla bellissima chiesa di Sant’Anastasia, dove tutt’intorno è possibile ammirare ciò che rimane dell’omonimo santuario nuragico con tempio a pozzo (IX-VIII secolo a. C.).
Siamo stati fortunati perché proprio quel giorno si festeggiava la Santa e quindi abbiamo potuto ammirare la chiesa “vestita a festa” e impreziosita con i colori dei costumi maschili e femminili degli abitanti di Sardara.
L’area di Sant’Anastasia non è l’unica testimonianza archeologica presente nel territorio di Sardara: ci sono anche alcuni nuraghi, delle tombe megalitiche e i resti delle terme romane.
Eh si Sardara è anche un importante centro termale! (chissà che prima o poi non faremo una capatina anche allo stabilimento termale!) 🙂
2. Siddi.
Siddi è stata la seconda tappa del nostro viaggio.
Qui abbiamo potuto visitare la piccola, ma molto affascinate, chiesa romanica di San Michele Arcangelo.
L’edificio, posto su un piccolo rilievo alla periferia del paese, risale alla seconda metà del XIII secolo ed è costruito in blocchi di pietra calcarea.
La sua originalità si manifesta sin dalla pianta, divisa in due navate con copertura lignea e separate da pilastri ottogonali.
Oggi solo la navata più grande ha l’abside, ma in origine la chiesa doveva essere biabsidata.
Il vero gioiello di questo edificio è però il fregio scolpito sull’architrave del portale sinistro, dove sono raffigurate cinque figure dalle fattezze umane.
Tre sono rappresentate singole e due in coppia.
Le figurine, dalle spalle enormi e gli arti esili, sono racchiuse entro riquadri.
È del tutto assente ogni riferimento paesaggistico.
La più particolare delle cinque è sicuramente quella raffigurata capovolta.
L’interpretazione ufficiale vede in questa figura la rappresentazione di Lucifero, l’angelo caduto, mentre la coppia viene intesa come la raffigurazione di Adamo ed Eva.
I due omini centrali dovrebbero riprodurre l’Arcangelo Michele, titolare della chiesa, e Dio Padre (la figura più grande).
Ovviamente ci sono anche ipotesi interpretative più suggestive e, per così dire, campanilistiche, come quella che la ritiene una raffigurazione del “ballo sardo”.
Sicuramente non è questo il luogo per intavolare una discussione sull’origine e sul significato di questo fregio, che però merita di certo studi più approfonditi.
3. Masullas.
La terza tappa dell’itinerario è stata la chiesa di San Leonardo a Masullas, importante centro agricolo della Marmilla.
La chiesa, al centro del paese, fu probabilmente costruita attorno alla metà del XIII secolo, ma sorge su un edificio precedente di cui si può ammirare ciò che rimane all’interno, nella zona presbiteriale.
Di questa precedente struttura la chiesa riprende la pianta ad aula unica, con abside orientata a Nord/Est.
Dando un’occhiata all’esterno abbiamo subito notato come, nella fabbrica, siano stati utilizzati materiali differenti: arenaria e vulcanite nei due prospetti, pietrame misto nei paramenti murari laterali.
Anche il territorio di Masullas è ricco di testimonianze archeologiche che raccontano di come i nostri avi abbiamo frequentato questa zona sin dal periodo pre-nuragico.
Il paese inoltre si trova all’interno del Parco Regionale di Monte Arci, che include e tutela una grande concentrazione di flora e di fauna, nonché importanti giacimenti di ossidiana.
Inoltre nell’abitato si possono visitare il GeoMuseo Monte Arci “Stefano Incani” e il museo “I Cavalieri delle Colline”.
Insomma Masullas merita sicuramente una visita più approfondita! 😉
4. Mogoro.
L’ultima tappa della nostra giornata è stata Mogoro, il centro più grande della Marmilla, con la sua bellissima, e ricca di sorprese, chiesa della Madonna del Carmine.
L’edificio fu costruito nel XIV secolo in blocchi di arenaria chiara.
Lo stile è quello gotico-catalano.
Anche qui, come a Sardara, ritroviamo la zona presbiteriale semicircolare all’interno e quadrangolare all’esterno.
Nel 1600 alla chiesa venne annesso, come di vede bene in facciata, il convento dei Carmelitani, che lasciarono questa struttura nel 1855 con la soppressione dei monasteri e il conseguente passaggio dei loro beni allo Stato.
Una volta all’interno sono ben visibili le tracce del monastero, come le aperture, oggi murate, che lo collegavano direttamente alla chiesa.
Sempre all’interno è possibile ammirare alcune mensole lignee che sorreggono il tetto (sempre in legno): quelle dalle forme più articolate sono le originali, le altre sono legate a successivi interventi di restauro.
Ma è l’esterno a rivelarci maggiori sorprese! 🙂
Una volta di fronte alla facciata, su cui si apre una bifora molto simile a quella di Sardara, balza subito all’occhio una certa incongruenza.
In un primo momento abbiamo fatto fatica a capire “cosa non tornava”, ma con un po’ di pazienza siamo riusciti a individuare l’elemento che aveva solleticato la nostra attenzione.
A ben guardare infatti facciata presenta alcuni elementi architettonici completamente storti, nonché un’asimmetria generale tra le diverse parti che la compongono: portale, bifora, archetti ciechi.
A un primo esame non ci è sembrato che questa peculiarità sia dovuta a un cedimento del terreno e sarebbe interessante dedicarvi uno studio dettagliato.
La chiesa inoltre presenta alcuni elementi decorativi molto suggestivi, come i capitelli gotici del portale principale e la formella con raffigurati alcuni personaggi (tra cui un animale).
Quest’ultima viene interpretata come “La fuga in Egitto”.
Il tema della “Fuga” verrebbe ripreso negli elementi decorativi del portale laterale, dove in effetti si vedono chiaramente scolpiti alcune palme e un angelo.
Insomma questa chiesa rappresenta un vero tesoro non solo per gli storici dell’arte e gli appassionati!
Ormai sera abbiamo fatto una capatina veloce alla chiesa di Sant’Antioco, antico patrono del paese.
La piccola chiesa sorge su una sommità da cui, se non fosse stato così buio, avremmo potuto ammirare la vallata.
La particolarità della chiesetta è che la sua facciata è interamente realizzata in blocchi di basalto nero.
In uno si trova abbozzata in rilievo una figura umana che gli abitanti del paese chiamano la “Dea Madre”.
Ho trovato molto interessante questo connubio fra sacro e pagano!
Perché è un itinerario per famiglie.
In primo luogo perché vi permetterà di trascorrere una giornata insieme, scoprendo tante cose nuove, divertenti e interessanti.
Potrete conoscere nuovi paesi, la loro storia e il loro patrimonio culturale.
Avrete modo di ammirare paesaggi bellissimi e respirare aria pura.
Il tutto in quasi totale assenza di traffico e senza stress per trovare parcheggi. 🙂
L’unica cosa a cui dovete prestare attenzione è al fatto che, essendo piccoli paesi, potreste non trovare qualcosa di aperto (o esistente) per mangiare.
Quindi informatevi prima di partire e portatevi dietro qualcosa, per sicurezza! 😉
Informazioni utili.
Se con il post vi ho incuriosito e fatto venir voglia di andare in Marmilla (non ve ne pentirete), vi consiglio di contattare prima i rispettivi uffici comunali cosi da poter avere maggiori informazioni su orari e modalità di visita.
Per il Parco Regionale di Monte Arci potete visionare il sito web istituzionale, dove troverete info sull’ente e sui percorsi che si possono effettuare al suo interno.
Se poi volete nuovi spunti per realizzare itinerari sul filo dell’architettura romanica in Sardegna, con l’Associazione “Amici del Romanico” abbiamo realizzato una guida apposita.
Leggete il post dove ve ne parlo! 🙂
Adesso tocca a voi!
Ditemi se conoscevate queste chiese medievali e suggeritemene delle altre, così posso pianificare nuovi itinerari! 🙂
Mentre ci pensate un po’ su, seguiteci su Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Google +. 😉


3 Comments
Marisa Deias
Un bel diario della giornata. E una bella e simpatica famiglia! Congratulazioni
bimboins
Grazie. E’ sempre un piacere trascorrere una giornata con voi!
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