
Ti racconto le janas: un viaggio tra archeologia e mito!
Che io ricordi è da sempre che la mia vita si è incrociata con queste creature meravigliose, a volte anche solo con il loro nome.
Ma è da un po’ di anni che la loro presenza si è fatta più insistente, quasi volessero a tutti i costi farsi notare.
Ed è così che, assecondando questo richiamo, da qualche tempo giro in torno a un progetto che pian pianino sta diventando una realtà.
Perciò credo sia giunto il momento di parlar meglio di queste creature, così da presentare nel migliore dei modi le prossime attività e idee.
E allora vi presento le mitiche janas, creature eccletiche dai tanti saperi che male si lasciano imbrigliare in una definizione ben precisa (un po’ come me, non fosse per i tanti saperi).
Chi sono le janas?
Le janas sono creature assai complesse e poliedriche.
A partire dal loro nome.
Janas infatti è solo uno dei tanti nomi con cui vengono chiamate.
Sicuramente quello più comune.
Ma esse sono dette anche bajane e ajane, come a Ozieri; oppure fadas o virghines, come vengono nominate nel nuorese.
I tanti nomi con cui sono chiamate rivestono molta importanza perché ci danno alcune informazioni sulle loro caratteristiche.
Vuoi un esempio?
Iniziamo con la terminologia utilizzata nel Logudoro, bajana e ajana infatti sono due termini che indicano una donna nubile, mentre virghines si usa per una donna vergine (che poi, nella Sardegna tradizionale, nubile e vergine sono praticamente sinonimi).
Ma la stessa parola jana sarebbe da ricondurre al nome della divinità greca Diana, la cui figura presenta molte somiglianze con le nostre creature.
Diana, come le janas, è infatti legata alla luna ed è protetrice delle donne, soprattutto delle vergini.
Ma le janas non presentano solo tanti nomi, perché anche la descrizione del loro aspetto fisico è assai variegata.
Comunemente vengono descritte come donne di piccolissime dimensioni, pelle chiarissima (tanto che possono uscire solo di notte) e aspetto bellissimo.
Le leggende inoltre le vogliono irraggiungibili e inviolabili da mano umana (di sesso maschile), pena la perdita dell’immortalità.
Seguendo la scia lasciata dalle nostre antiche tradizioni, appare però evidente come in realtà il loro aspetto muti di zona in zona a seconda di quale sia la loro leggendaria abitazione.
Nel caso risiedano nelle domus de janas hanno dimensioni ridotte o (più raramente) simili alle nostre; nel caso la tradizione le voglia padrone di casa in un nuraghe – come ad esempio a Isili – il loro aspetto è quello di gigantesse, spesso con dei seni talmente grandi da essere costrette a portarli rivolti dietro le spalle per potersi muovere liberamente.
E’ da notare inoltre come spesso il loro atteggiamento nei confronti dell’essere umano sia strettamente correllato al loro aspetto fisico: benevolo quando sono bellissime, maligno quando sono brutte.
Fate o streghe?
A lungo ci si è dibattuti sulla natura delle janas.
In realtà però le janas ancora una volta non si fanno imbrigliare facilmente in un’unica categoria.
Il loro atteggiamento infatti dipende, più che dal loro aspetto fisico, dall’indole della persona con cui hanno a che fare, in particolar modo se di sesso maschile.
In poche parole esse saranno buone se la persona che hanno davanti è pura, mentre saranno cattive e vendicative se la persona che hanno di fronte è animata da intenzioni maligne.
Insomma, buone sì, ma guai a provocarle!
Tanti saperi e immensi tesori.
Ma perché qualcuno dovrebbe avere cattive intenzioni nei confronti delle janas?
Rispondere a questa domanda è abbastanza facile perché, in primo luogo sono bellissime, talmente belle e affascinanti da far perdere il senno e far dimenticare la loro inviolabilità e sacralità.
In secondo luogo perché, stando alle leggende, esse custodiscono immensi tesori che, sempre secondo i racconti, mostrano ai raggi lunari in particolari notti dell’anno.
Qualora qualche malintenzionato tentasse di rubare tali tesori, le janas rivolgerebbero su di lui tutta la loro potenza vendicativa.
Quando non intente a punire malamente ladri e molestatori (cosa che, per fortuna, non capita spessissimo), le janas amano dedicarsi ai loro tanti saperi, come: tessere con telai d’oro, cantare, panificare, oppure prevedere il futuro.
Sono queste, infatti, solo alcune delle numerose attività in cui riescono alla perfezione.
La scomparsa delle janas
La vita delle janas, la loro stessa sopravvivenza, è sempre stata legata a doppio nodo con quella di noi umani in un rapporto di reciproco rispetto.
Ma quando l’uomo ha smesso di tenere nella giusta considerazione queste favolose creature e la loro sacralità, le janas hanno deciso – per autodifesa – di abbandonare il mondo del visibile.
In realtà in ogni comunità si dà una motivazione differente sulla loro scomparsa, ma ciò in cui ovunque si concorda è che ad un certo punto le janas hanno abbandonato gli esseri umani.
C’è però chi giura non solo che esse vivano ancora oggi in mezzo a noi, magari inconsapevoli della loro natura, ma addirittura di averle viste danzare di recente, nei boschi e possibilmente vicino all’acqua (elemento che amano particolarmente).
Le domus de janas
Non posso concludere il discorso sulle janas, senza parlare almeno brevemente (magari gli dedico un post a parte) delle loro mitiche abitazioni.
Le domus de janas (“case delle fate”) della tradizione popolare sarda, altro non sono che tombe scavate nella roccia dai nostri antenati neolitici.
Come era d’uso in quel tempo, le sepolture riproducono in tutto e per tutto le abitazioni dell’epoca, solo in dimensioni ridotte e realizzate nella nuda roccia (con un’abilità tecnica a dir poco sorprendente).
Non deve stupire dunque come i nostri stessi antenati di qualche millenio dopo abbiano ritenuto possibile che tali sepolture in realtà fossero dimora delle piccole fate della nostra tradizione: le janas per l’appunto.
Concludendo…
Con questo post spero di averti aiutato a conoscere meglio queste straordinarie (in ogni senso) figure, ancora per tanti versi avvolte nel mistero (forse per questo motivo risultano essere così affascinanti).
Il mio desiderio è anche quello di averti incuriosit* talmente tanto da voler approfondire il discorso.
Io, per quanto mi riguarda, continuo a lavorare al mio progetto e presto ti darò maggiori info!
Ah… scrivimi nei commenti se ti è piaciuto questo post!
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