itinerario domus de janas
Archeologia,  Sardegna,  Siti

Ti consigliamo un “itinerario domus de janas”!

Dopo tanto parlare (o meglio scrivere) di janas, domus de janas e del loro fascino mi è venuta voglia di proporti un post in cui suggerirtene alcune.

Insomma, una sorta di “itinerarario domus de janas” che ti porti alla loro scoperta e ti permetta di toccare con mano, e letterarlmente “entrare” nel ventre di questi straordinari monumenti del nostro passato.

In realtà non si tratta di un vero e proprio itinerario per domus de janas, ma piuttosto di alcuni suggerimenti su quelle che abbiamo visitato con Michele e ci sono rimaste nel cuore per bellezza e particolarità.

Sei pront* per andare insieme a noi alla scoperta delle domus de janas?

Un patrimonio diffuso

Come ho già avuto modo di precisarti, quello delle domus de janas costituisce un ricco patrimonio culturale che caratterizza non solo la nostra storia, ma lo stesso paesaggio isolano.

Le quasi 3.500 domus de janas di cui a oggi ci possiamo vantare sono infatti disseminate su tutto il territorio sardo, con una particolare concentrazione nella zona nord-occidentale dell’Isola.

Le “rocce con i buchi” (come le chiamava Michele da piccolo) sono un ornamento particolare di molti dei nostri luoghi a cui gli occhi dei sardi hanno fatto quasi l’abitudine (e questo abituarsi potrebbe essere uno svantaggio, ma avremo modo di parlarne un’altra volta).

In un altro post ti ho spiegato cosa sono veramente le “case delle fate” e come venivano costruite; qui invece voglio dedicarmi a suggerirtene alcune che secondo me meritano proprio una visita.

Alla scoperta di (alcune) domus de janas

Di seguito ti proporrò alcune domus de janas che, come dicevo, secondo me (e Michele) meritano una visita.

Ovviamente sono una percentuale piccolissima delle tante che puoi ammirare andando in giro per l’Isola, ma questo vuole essere solo un semplice suggerimento (a cui ne seguiranno sicuramente degli altri).

Diciamo che questo post vuole essere un inizio per andare alla scoperta di questo straordinario patrimonio archeologico.

Ma bando alle ciance…

1. Roccia dell’elefante (Castelsardo)

Si tratta, probabilmente, di una delle domus de janas più particolari che siano giunte sino a noi.

Il suo fascino è dovuto in gran parte all’azione degli agenti atmosferici che gli hanno conferito uno strano aspetto da elenfante.

La sua sagoma è perciò incofondibile e riconoscibile da lontano.

Un elefante di trachite color ruggine.

Lo stupore dunque è garantito, ma aumenterà una volta che si scopre cosa la roccia custodisce al suo interno.

Avvicindandoti infatti avrai modo di scoprire due domus de Janas, scavate, su livelli differenti, probabilmente nel Neolitico finale (3200-2800 a.C.).

La tomba superiore è danneggiata, e secondo alcuni studiosi lo era già in antichità.

E’ proprio per questo motivo che sarebbe stata realizzata la seconda, sfruttando la roccia sottostante.

Quest’ultima è composta da quattro vani in origine preceduti da un dromos, cioè un corridoio a cielo aperto.

Dal portello di ingresso si accede al primo vano, sulle cui pareti laterali sono scolpite in rilievo due protomi bovine, con corna a mezzaluna.

Straordinaria testimonianza delle credenze dei nostri antenati.

Proprio per la presenza di queste domus de janas, in passato questa roccia è stata chiamata Sa Pedra Pertunta, cioè “la pietra traforata”.

La Roccia dell’Elefante è visitabile liberamente e si trova nella strada che collega Castelsardo al paese di Sedini.

Consigliatissima perché la sua curiosa forma lascerà di stucco i più piccoli.

2. Sant’Andrea Priu (Bonorva)

In aperta campagna, nel territorio di Bonorva, si trova una delle necropoli prenuragiche più suggestive di tutta l’Isola.

Il complesso funerario è composto da venti domus de Janas, risalenti al Neo-eneolitico (IV-III millennio a.C.).

Sono state scavate nella trachite e, al loro interno, i nostri antenati hanno riprodotto alcuni particolari architettonici al fine di ricreare ambienti simili alla casa del defunto.

Tra queste venti, tre domus ti stupiranno particolarmente per le loro dimensioni e lo stato di conservazione.

Una di queste è detta la “tomba del Capo” e ha un’estensione di 250 mq e comprende 18 ambienti disposti a labirinto attorno a due vani principali.

Una particolarità di questo sito archeologico è che è stato riutilizzato per lungo tempo.

In età romana, e poi bizantina, proprio la “tomba del Capo” fu trasformata in chiesa rupestre, una delle prime nel tempo delle persecuzioni.

Più volte intonacata e affrescata con scene del Nuovo Testamento, che potrai ammirare al suo interno, fu intitolata a sant’Andrea, da cui il nome odierno del sito.

Il sito è gestito ed è visitabile a pagamento.

Necropoli di Puttu Codinu domus de janas Saregna
Necropoli di Puttu Codinu a Villanova Monteleone

3. Parco dei Petroglifi (Cheremule)

Questo sito comprende diverse necropoli, e precisamente quella di Museddu, e quelle di Mattarigotza e Tennero, per un totale di 37 domus de janas.

Si tratta di sepolture del Neolitico recente (II metà del IV millennio a.C.), riutilizzate ampiamente nel corso dell’Eneolitico.

La tomba più celebre è la “Tomba Branca”, famosa appunto per i petroglifi incisi, raffiguranti una ventina di figure dalla forma umana.

I “petroglifi” infatti sono delle incisioni figurative realizzate sulla roccia; si tratta cioè di una vera e propria manifestazione dell’arte dei popoli preistorici.

Il complesso monumentale è liberamente fruibile (animali ed erba alta permettendo) e si trova in aperta campagna, nel territorio di Cheremule.

Dal paese è facilmente raggiungibile (in auto) seguendo le indicazioni stradali.

4. Necropoli di Puttu Codinu (Villanova Monteleone)

Composta da 9 domus de janas, questa necropoli, il cui nome in sardo significa “pozzo di roccia”, è stata costruita in un periodo compreso tra il 3500 a.C. (Neolitico finale) e la fine del III millennio (Eneolitico); ma è stata frequentata, come attestano i reperti, sino al 1800-1600 a.C. (Bronzo antico).

Sono ancora visibili i dromoi (= corridoi all’aperto) che precedono l’ingresso di alcune tombe.

Molto suggestiva è la domus VIII, che mostra la riproduzione nella roccia di elementi architettonici: l’anticella “simula” sul soffitto un tetto ligneo, la cella maggiore richiama la copertura a doppio spiovente con trave e travetti, tipica delle capanne, e le pareti presentano motivi decorativi a lesene, fasce e zoccoli come le abitazioni preistoriche.

Le pareti sono arricchite con elementi simbolici: una “falsa porta” (rappresentazione dell’aldilà) incorniciata da due stipiti e architrave, lunghe corna “a fascia”, riquadri e protomi taurine, che ritornano anche in altre tombe e richiamano il dio Toro.

Insieme alla dea Madre, della quale nella tomba è stata ritrovata una statuetta, questi erano simboli di fertilità, comuni a varie religioni del Mediterraneo.

La necropoli si trova a qualche minuto dal paese di Villanova Monteleone, sulla strada per il caratteristico borgo di Monteleone Rocca Doria, ed è visitabile a pagamento.

5. Necropoli di Filigosa (Macomer)

Questo sito, insistente sul territorio di Macomer, è composto da 4 domus de janas (sicuramente in origine erano di più) scavate nel tufo.

Tutte le 4 domus de janas sono pluricellulari, caratterizzate da lunghi dromos (corridoi) d’accesso che seguono l’inclinazione naturale della roccia e presentano al centro del pavimento delle celle focolari circolari.

Questa necropoli è legata a quella di Abealzu, nel territorio di Osilo (nel Sassarese).

Infatti anche se sono distanti una sessantina di chilometri, i due siti presentano alcune somiglianze architettoniche, lo stesso tipo di sepolture e vi sono stati ritrovati alcuni reperti identici.

Per questo motivo gli studiosi hanno fatto derivare da queste due necropoli il nome di un’importante cultura della preistoria sarda: la cultura di Abealzu-Filigosa, sviluppatasi tra 2700 e 2400 a.C.

La necropoli di Filigosa è gestita e si può usufruire del servizio di visita guidata (consigliata).

itinerario domus de janas Filigosa Macomer
Necropoli di Filigosa (Macomer)

Domus de Janas a misura di bambino

Tutte le domus de janas indicate sono facilmente visitabili anche dai più piccoli.

Anzi, per le loro caratteristiche e il contesto naturalistico in cui si inseriscono sono particolarmente adatte a vivere un’avventura in stile Indiana Jones!

Perfette per un’esperienza da condividere in famiglia.

Concludendo…

Spero con questo post di averti fatto venire voglia di visitare questi siti e di averti fornito le informazioni necessarie per farlo.

Come anticipato, sicuramente a questo seguiranno altri post di questo tipo!

Le domus de janas ci piacciono troppo per limitarci a pochi consigli.

Ti suggerisco qualche link…

Domus de Janas, quando l’archeologia e la leggenda si incontrano.

Ti racconto le janas: un viaggio tra archeologia e mito!

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