cultura,  Sardegna

Una bella giornata a Viddalba e Santa Maria Coghinas!

Questo post è dedicato alla bellissima giornata che abbiamo trascorso a Viddalba e a Santa Maria Coghinas, durante la quale abbiamo incontrato persone splendide, quotidianamente impegnate a portare avanti con entusiasmo i loro sogni nonostante le difficoltà della vita. È stata anche l’occasione per vistare i posti incantevoli e poco conosciuti che questo territorio racchiude e che vale la pena raccontare.Veduta da Viddalba

Iniziamo col dire che Viddalba e Santa Maria Coghinas sono due piccoli paesi della provincia di Sassari, vicinissimi tra loro ma appartenenti a due differenti regioni storiche della Sardegna: Santa Maria Coghinas fa parte dell’Anglona, mentre Viddalba è in Gallura (anche se è l’unico comune di questo territorio a non essere stato inserito nella nuova Provincia di Olbia-Tempio). A dividerli c’è il Coghinas, il fiume più importante della Sardegna settentrionale, che dà il nome a tutta la valle. Il termine Coghinas (= cucine in logudorese) deriverebbe dalla presenza di sorgenti di acqua calda e Santa Maria Coghinas è per l’appunto un Comune Termale.

La vicinanza al mare, il clima mite, la presenza di un terreno molto fertile e il fatto che anticamente il Coghinas fosse navigabile sono fattori che spiegano il perché questo territorio sia stato abitato a partire dalla preistoria sino ai giorni nostri. In realtà oggi, nonostante la presenza dello stabilimento termale, i due paesi non sono toccati, se non di sfuggita, dal flusso turistico che interessa le zone costiere (a pochi Km c’è Castelsardo). Questo è un vero peccato perché entrambi possono vantare siti culturali e naturalistici che potrebbero contribuire a destagionalizzare il turismo, portando i visitatori anche nelle zone più interne dell’Isola.

Ma andiamo con ordine.

Il Museo Archeologico di Viddalba e la sua preziosa collezione di stele "a specchio" d'epoca romana.
Il Museo Archeologico di Viddalba e la sua preziosa collezione di stele “a specchio” d’epoca romana.

Abbiamo organizzato quest’escursione perché desideravo portare Michele al Museo Archeologico di Viddalba: struttura che avevo visitato alcuni anni fa e che ricordavo per l’interessante collezione di stele funerarie di epoca romana. Il Museo è facilmente raggiungibile (ci sono anche i parcheggi gratuiti nelle immediate vicinanze) e, cosa che ci ha colpito molto positivamente, si affaccia su un piccolo giardino pubblico dove sono stati posizionati alcuni giochi per i bambini, che ovviamente Michele ha voluto testare personalmente. Una volta provati tutti i giochi, siamo potuti entrare al Museo, dove ci hanno accolto Daniele ed Emanuela, le bravissime guide che ci hanno accompagnato nella nostra visita. Il Museo è costituito da un’unica sala, tutta su un piano e quindi facilmente percorribile con il passeggino. Inutile dire che Michele è stato immediatamente attratto verso il centro della Sala, dove a un livello ribassato rispetto al piano di calpestio, sono state disposte alcune delle stele funerarie rinvenute nella vicina necropoli di San Leonardo. Ad attirare l’attenzione di Michele è stata la sabbia su cui poggiano queste stele: le guide ci hanno spiegato che in questo modo l’allestimento intende richiamare il contesto ambientale in cui sono stati rinvenuti i reperti. Le stele vengono denominate “a specchio” perché la figura umana (il più delle volte rappresentata solo con il viso) è inserita all’interno di una cornice che ricorda proprio uno specchio. Oggi viene difficile pensare che queste faccine buffe (che alcuni chiamano “extraterrestri”) un tempo indicassero un luogo di sepoltura e un defunto. Qualche mese fa avevamo visto oggetti simili al Museo Sanna di Sassari, ma qui a Viddalba sono in numero maggiore e molto diversificate tra loro. Noterete facilmente (come è capitato a noi) una stele in particolare che si distingue dalle altre perché raffigura una coppia anziché una singola figura, come è più comune. Se guarderete con più attenzione potrete notare che i due si tengono per mano, da qui il nome di “stele degli sposi”. Io sono rimasta letteralmente rapita dai particolari della figura femminile, nella quale si può riconoscere ancora la pettinatura: una sorta di “chignon” (pettinatura ancora di moda!). Noi al Museo Archeologico di ViddalbaStando attenti affinché Michele non si tuffasse nella sabbia abbiamo continuato il percorso e abbiamo ammirato le ceramiche di età romana, gli unguentari di vetro (mi chiedo sempre come alcuni siano riusciti ad arrivare intatti sino a noi), i monili d’oro e le monete. Va precisato che il Museo è ancora interessato dai lavori per il nuovo allestimento e quindi le due vetrine dedicate al periodo medievale erano vuote. Ritorneremo sicuramente per vederlo ultimato! L’esposizione della collezione è completata da pannelli didattici multilingue, didascalie in braille e numerosi touch screen. Questi ultimi riscontrano molto successo tra i bambini soprattutto per la funzione 3D. Prima di salutare tutti e andar via abbiamo potuto visitare anche la mostra temporanea di una giovane artista locale, Nadia Mazzei, che ha ulteriormente arricchito la nostra visita.

Proprio accanto all’ingresso del Museo (si tratta veramente di pochissimi passi di distanza) c’è l’ufficio del Parco Archeologico Naturalistico di Viddalba, che per noi è stata una bellissima scoperta! Nonostante parte del Parco fosse momentaneamente chiusa per interventi di manutenzione, le guide (Cristina, Domenico e Matteo) si sono gentilmente offerte di accompagnarci a fare una veloce visita. Devo dire che hanno fatto molto bene perché ci siamo letteralmente innamorati del Parco! 

Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di San Giovanni Battista

Il percorso ha avuto inizio dalla chiesa romanica di San Giovanni Battista, recentemente oggetto di un imponente intervento di restauro. Ricordo che quando ho avuto modo di visitarla, alcuni anni fa, di questa chiesa restavano solo la zona absidale e alcune parti dei muri perimetrali. La struttura era completamente priva di copertura. Ora ho avuto modo di constatare che, oltre la chiesa, anche l’intera area è stata recuperata e nella piazza antistante l’edificio di culto è stato collocato un altro parco giochi (che abbiamo ovviamente testato!). La chiesa medievale, realizzata con cantoni di arenaria lavorati con molta accuratezza, risale all’XI secolo ed è opera di maestranze toscane. Da segnalare che sul lato settentrionale, alla base dello stipite destro del portale, si può ancora leggere un’iscrizione che, secondo la tradizione, riporta il nome dell’architetto della chiesa.

Dopo essere riuscita, non senza difficoltà, ad allontanare Michele dai giochi abbiamo proseguito la nostra visita e ci siamo diretti verso l’area del Parco, nelle cui immediate vicinanze sorge un’altra chiesa di origine medievale: San Leonardo. Purtroppo non ci è stato possibile visitare la chiesetta ma ci siamo subito rifatti varcando il cancello del Parco. Una volta entrati non ho potuto più trattenere Michele che si è ritrovato in mezzo a una vasta distesa verde, al cui centro spuntano i giochi per bambini. La visita al Parco, seppur in versione “ridotta”, è stata molto istruttiva: abbiamo potuto apprezzare il paesaggio (il Castello dei Doria, che domina tutta la valle, fa da sfondo) e alcune testimonianze storiche molto interessanti, come i ruderi di un’abitazione di epoca medievale.

Le rovine di un'abitazione di epoca medievale all'interno del Parco Archeologico Naturalistico.
Le rovine di un’abitazione di epoca medievale all’interno del Parco Archeologico Naturalistico.

L’area del Parco include anche capanne di epoca nuragica, domus de janas (tombe scavate nella roccia) e i resti della necropoli di epoca romana da cui provengono le stele esposte al Museo. Ma a farla da padrone è sicuramente la natura: il paesaggio è così bello che ti dimentichi di trovarti all’interno di un sito archeologico! Ormai ci abbiamo fatto la bocca e non appena finiranno i lavori di manutenzione torneremo nuovamente, anche perché vogliamo arrivare sino alle sponde del fiume Coghinas.

Dopo la visita al Parco ci siamo fermati per la pausa pranzo e, su consiglio delle guide, abbiamo scelto il Ristorante Montiruju a Santa Maria Coghinas, Ci sentiamo di consigliarvi questo locale perché molto accogliente: abbiamo mangiato veramente bene e speso il giusto. Nota da Mamma: nei bagni è presente il fasciatoio (la scalinata per raggiungerli si può affrontare)!

Considerato che il ristorante si trova lungo la strada per raggiungere le terme, la tappa successiva sono state naturalmente le Terme di Casteldoria. Dato che lo stabilimento termale era chiuso (volevamo chiedere un po’ di informazioni in previsione di un fine settimana tutto relax), ci siamo concessi una bella passeggiata pomeridiana seguendo il percorso naturalistico che costeggia la riva del fiume. Lasciato alle spalle il complesso termale, il paesaggio è bellissimo, reso ancora più suggestivo dal colore rossastro delle rocce che si tuffano nel Coghinas. Dovevate vedere la faccia di Michele quando ha scoperto che l’acqua del fiume era calda! Ci siamo goduti in solitudine la bellezza e il silenzio di questo luogo. Veramente una passeggiata salutare!Noi a Viddalba

A malincuore abbiamo lasciato questo luogo, ma ci aspettavano in paese, a Santa Maria Coghinas. L’ultima tappa della nostra giornata è stata un laboratorio ceramico. Entos Ceramiche Artistiche è un laboratorio  molto particolare perché le proprietarie, nonché ceramiste, creano con le loro mani oggetti che riprendono le ceramiche medievali e rinascimentali. Secondo voi la storica dell’arte che è in me poteva farsi sfuggire l’occasione di conoscere questa particolare realtà e le sue protagoniste? Non eravamo mai stati dentro un vero laboratorio di ceramica e per questo saremo sempre grati a Cristina e Gianna che ci hanno aperto le porte della loro “casa” e ci hanno raccontato la loro storia. Le ore insieme a loro sono volate: siamo rimasti così colpiti dal loro progetto e dalla loro forza di volontà che abbiamo deciso di dedicare un nostro post solo a loro. Le ceramiche ci sono piaciute molto, in particolare la collezione “Romanica” (c’è da stupirsi?).ceramiche entos

Salutate le nostre nuove amiche ci siamo diretti verso casa. Questa giornata ci ha lasciato dei bei ricordi: il paesaggio del Parco, la cura con cui si sta realizzando il nuovo allestimento del Museo Archeologico di Viddalba, l’entusiasmo di Cristina e Gianna. Una cosa più di tutte ci ha colpito positivamente: la volontà della comunità di Viddalba di promuovere il proprio patrimonio (assolutamente meritevole di essere valorizzato) e l’attenzione dimostrata verso i più piccoli con l’allestimento di così tante aree gioco a loro destinate. Ritorneremo ancora a visitare questi due paesi per potervi poi raccontare cosa ancora hanno da offrire!

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