
Ti racconto la nostra prima Sartiglia!
Scrivo questo post quando ancora l’emozione per la nostra prima Sartiglia è forte.
Preciso che non si tratta del racconto della storia della Sartiglia (per quello, forse, scriverò un altro post specifico), ma è piuttosto il resoconto della nostra esperienza con impressioni, emozioni e ricordi del tutto personali.
Diciamo che è una sorta di diario per raccontare come abbiamo vissuto quest’ esperienza così particolare e suggestiva.
E’ stata la prima volta sia per me che per Michele e siamo arrivati a Oristano carichi di entusiasmo e aspettative.
Spero di riuscire a condividere con te almeno una minima parte delle tante emozioni che hanno caratterizzato la nostra prima Sartiglia.
Il giorno prescelto è stato, su consiglio di oristanesi doc, il martedì grasso perché più tranquillo dal punto di vista del numero di persone presenti.
Abbiamo così seguito la Sartiglia organizzata dal Gremio dei Falegnami.
P.S. La Sartiglia della domenica di Carnevale è invece organizzata dal Gremio dei Contadini.
Poche parole per descrivere la nostra prima Sartiglia
L’esperienza alla Sartiglia 2023 è stata così forte e coinvolgente che ho deciso di descriverla partendo dai cinque sensi.
Ho pensato così di abbinare una parola a ogni senso.
Per l’olfatto la parola scelta è “pesce”.
Arrivati in centro, infatti, il primo senso a rendersi conto di essere arrivati in un’atmosfera di festa è stato proprio l’olfatto.
Il nostro naso è stato letteralmente riempito dal profumo del pesce, arrosto e fritto.
Un profumo delizioso che, oltre a farci venire l’acquolina in bocca, ci ha catapultato in una dimensione parallela fatta di risate, musica, balli.
Il naso è stato un vero portale per una festa antica, che si ripete – immutata nello spirito – da secoli.
La seconda parola è sicuramente “vernaccia”, il vino di Oristano dal sapore liquoroso che riempie la bocca, garantendo così la soddisfazione di un altro senso: il gusto.
Di “vernaccia” se ne trova, durante la Sartiglia, ovunque e, anche io, appena arrivata in piazza Roma (proprio sotto la Torre di Mariano), sono stata munita del mio bel bicchierino da riempire all’occorrenza.
Un altro senso che trova piena soddisfazione nella Sartiglia è la vista con i vivaci “colori” (ed è questa la parola magica) degli abiti tradizionali, dei costumi medievali, dei vestiti dei cavalieri e delle splendide bardature dei possenti cavalli.
L’udito invece è stato chiamato in causa dai “suoni” che animano la Sartiglia e i giorni immediatamente a essa vicini: dalla voce del banditore, al rullo dei tamburi, dalle urla degli spettatori alle grida dei cavalieri per impartire gli ordini ai loro cavalli.
Per non parlare delle “voci” della moltitudine di persone accorse ad assistere alla giostra equestre di Sardegna per antonomasia.
Vediamo, quale senso mi manca…
Ah si il tatto.
Il tatto è quello delle strette di mano, delle pacche sulle spalle, dei saluti.
Alla Sartiglia abbiamo incontrato e conosciuto gente.
Ed è stato bellissimo!
I nostri “momenti” della Sartiglia
La Sartiglia è un evento complesso e molto articolato.
Seguire ogni momento è impossibile, perciò con Michele abbiamo fatto una selezione delle cose che ci piacevano maggiormente.
E gli eventi legati alla figura di Eleonora d’Arborea non potevano rimanere esclusi dalla nostra scelta.
La mattina, seguendo il rumore dei tamburi e delle trombe, abbiamo raggiunto la piazza che porta il nome della famosa giudicessa, e qui abbiamo assistito al bando con cui si dava il via alla manifestazione.
Successivamente, dopo una sosta caffè, ci siamo appostati sempre nella stessa piazza per assistere alla vestizione della giudicessa e alla partenza del corteo storico.
Immagina una bellissima giornata di sole (e a Oristano è cosa assai frequente) con una piazza coloratissima, gremita di gente e di vestiti rinascimentali.
Un arcobaleno vivente.
A dire il vero anche troppo, perché per deformazione professionale vado a notare il dettaglio e nel corteo storico della Sartiglia di Martedì Grasso alcuni particolari non mi sono piaciuti.
Troppi diademi da principessa Disney, rossetti fucsia e tacchi a spillo per i miei gusti.
Ma nel complesso, l’insieme era veramente bello e d’effetto.
Michele, che per l’occasione ha indossato i panni da fotoreporter, era entusiasta.
Un altro momento molto emozionante a cui abbiamo avuto la fortuna di partecipare (e ci hanno detto che non è facile) è la vestizione de “Su Componidori”.
Nonostante la gente, siamo riusciti a intravedere qualcosa e devo dire che è stata una vera emozione.
Come è stato emozionante il trovarsi di fronte “Su Componidori”, ormai a cavallo (dal quale non può più scendere per tutta la durata della manifestazione), posto alla guida del “Corteo dei Cavalieri”.
Bellissimo, etereo ed eterno.
Di fronte a lui si rimane attoniti e non si può non sentirsi piccoli innanzi al divino.
Anche Michele ha intuito la sacralità di questa figura e per giorni non ha fatto altro che ricordare che è stato benedetto da Su Componidori con la sua “bacchetta di fiori” (“sa Pippia de Maiu”).
Ecco, forse il momento in cui Su Componidori benedice la folla e passa proprio sotto il Duomo è quello in cui, in questa festa, cristiano e pagano si fondono maggiormente.
Concludendo…
Che dire?
Penso sia chiaro che la nostra prima esperienza alla Sartiglia sia stata più che positiva.
Ci siamo divertiti tantissimo, e siamo entrati appieno nell’atmosfera di festa che caratterizza Oristano nei giorni di Carnevale.
Posso tranquillamente parlare anche a nome di Michele e dire che quest’esperienza verrà sicuramente ripetuta nei prossimi anni.
Anche perché sono tante le cose che ci sono rimaste da vedere e scoprire.
Tu, invece, sei mai stat* alla Sartiglia?
Scrivimi nei commenti le tue impressioni e la tua esperienza!
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