
Castello di Bosa: passeggiare sulle mura tra storia, terra e acqua!
Il Castello di Bosa è sicuramente il simbolo di questo caratteristico borgo della Sardegna centro-settentrionale.
Si erge da secoli sulla sommità del colle di Serravalle (da cui prende uno dei suoi due nomi) a proteggere e dominare il sottostante borgo e tutto il territorio.
Se decidete di venire a conoscere Bosa non potete rinunciare a visitare questo importante monumento della storia medievale non solo della città ma di tutta la Sardegna.
Anche perché dalle mura del Castello, in gran parte percorribili, si può godere di una magnifica vista sul golfo e sul territorio interno della Planargia, di cui Bosa è il centro più importante. 🙂

bimboinspalla al Castello di Bosa.
Con Michele, Daniela, Lola e Pia (l’amica che abbiamo conosciuto in quest’occasione) abbiamo visitato il Castello di Bosa in una giornata fredda, ventosa e piovosa. La giornata perfetta insomma! 😉
Ma nonostante le avverse condizioni climatiche (e chi ci ferma ormai), abbiamo comunque potuto apprezzare questo monumento: la sua storia, la sua bellezza e, come dicevo, il magnifico panorama che si gode dalle mura! 🙂
Se vi aspettate di visitare un edificio in cui si conservano ancora le stanze e i locali adibiti a prigione rimarrete delusi!
Il Castello di Bosa è in realtà un rudere; ma, nonostante il suo sfortunato destino, è riuscito a conservare sino a oggi alcuni splendidi dettagli che meritano sicuramente la visita di questo monumento! 🙂
Se poi, come me, amate la storia dell’arte, non potete esimervi dal varcare l’ingresso del Castello e, attraversato il cortile interno, ammirare uno splendido ciclo di affreschi, raro esempio di pittura medievale in Sardegna.
Storia del Castello di Bosa.
Quello che possiamo ammirare oggi è il Castello così come lo hanno voluto i Marchesi Malaspina a partire dalla fine del XIII secolo.
Alla famiglia Malaspina, originaria della Lunigiana, è collegato l’altro nome con cui è chiamato l’edificio, conosciuto infatti come Castello dei Malaspina o Castello di Serravalle.
Nel tempo le sorti di quest’edificio seguirono le alterne vicende della conquista dell’Isola da parte dei catalano-aragonesi: nel 1317 era sotto il controllo dei giudici di Arborea (in un primo momento alleati degli Aragonesi salvo poi divenire i loro più acerrimi nemici) per poi passare con la loro definitiva sconfitta, agli inizi del XV secolo, nelle mani della Corona d’Aragona.
Da quel momento Bosa venne proclamata “Città Regia” ovvero direttamente dipendente dal re aragonese.
Il Castello fu lentamente abbandonato a partire dal XVI secolo, dal momento che la vicina Alghero stava diventando sempre più importante.
Dell’antico monumento si possono ammirare ancora oggi il recinto difensivo in muratura, il torrione e il camminamento di ronda.
All’interno della cinta muraria si possono inoltre vedere i ruderi della parte residenziale del Castello, destinata alla famiglia del castellano.

La chiesetta di Nostra Signora di Sos Regnos Altos.
A mio parere è il vero gioiello di questo complesso monumentale. 🙂
Possiamo a ragione definirlo il suo valore aggiunto, ovvero quello che caratterizza il Castello di Bosa rispetto ad altre strutture analoghe presenti in Sardegna.
Il piccolo edificio di culto si trova in posizione decentrata nel cortile interno, circondato dalle massicce mura del Castello.
A prima vista si tratta di una costruzione molto anonima: le ridotte dimensioni e la mancanza di grandi decorazioni esterne vi potrebbero trarre in inganno.
Ma, come si dovrebbe fare in ogni occasione, vi consiglio di andare oltre l’apparenza esterna perché una volta entrati in questo luogo vi troverete circondati da uno straordinario tesoro. 🙂
Nel corso di un normale intervento di manutenzione, alcuni operai, impegnati a riparare l’intonaco delle pareti interne, si ritrovarono inaspettatamente di fronte ai colori di un ciclo di affreschi che, per le tematiche affrontate, costituisce un unicum in Sardegna.
Tutta la porzione medievale della chiesa (ampliata nel corso del XIX secolo) è infatti ricoperta da scene affrescate databili al XIV secolo, quando il Castello era sotto il controllo della Corona d’Arborea.
Con Daniela (anche lei storica dell’arte) siamo rimaste letteralmente rapite dalla bellezza di questi affreschi, purtroppo in parte andati perduti.
Ma è bastato che Michele iniziasse una delle sue vivacissime (quanto incomprensibili) visite guidate per ritornare coi piedi per terra! 🙂
Accanto a scene cui siamo più abituati, come l’Ultima Cena, fa bella mostra di sé la raffigurazione (unica nell’Isola) dei “Tre vivi e dei Tre morti”, una rappresentazione molto in voga nel medioevo per ben esprimere il tema della vanità dell’esistenza.
– L’affresco dei “Tre vivi e dei tre morti”.

Guidati dal monaco Macario, tre nobili giovani di ritorno dalla caccia (come dimostra il bellissimo falco) guardano sorpresi tre cadaveri distesi in altrettanti sepolcri scoperti. Ogni cadavere rappresenta un diverso stato di decomposizione. È chiaro il messaggio “La morte non fa alcuna distinzione di età, sesso è status sociale”.
Perché visitare il Castello di Bosa con i bambini.
Innanzitutto perché visitare un castello è sempre coinvolgente e affascinante! 🙂
Qui a Bosa inoltre potranno divertirsi a riconoscere dall’alto luoghi del borgo in cui sono già stati. Questa potrebbe essere una divertente sfida che coinvolge tutta la famiglia! 😉
Il cortile interno (sempre lo sguardo vigile dei genitori) potrebbe essere un luogo ideale dove giocare un po’ e far finta di essere dame e cavalieri medievali.
La presenza degli affreschi potrà poi essere un interessante punto di partenza per spiegare abitudini di vita, anche quotidiana, dell’epoca.
Informazioni Utili.
Per ricevere maggiori informazioni, utili a organizzare la visita del Castello, potete far riferimento alla Cooperativa Antico Tesoro che lo gestisce.
Buona visita! 🙂


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