
Bitti: un borgo della Barbagia ricco di ospitalità!
Sono tanti i motivi per voler visitare Bitti, importante centro del nuorese. Noi ci siamo arrivati seguendo le note dei famosi Tenores e vi abbiamo trovato una comunità accogliente con tante attrattive da offrire al visitatore.
In questo post vi raccontiamo il nostro viaggio alla scoperta di questo centro, della sua storia e della sua gente. 🙂

Dove si trova.
Bitti si trova nella Barbagia settentrionale, a una trentina di Km da Nuoro.
Giungendo in questo borgo quello che colpisce è il paesaggio che lo circonda: aspro e nel contempo maestoso, come solo le montagne della Barbagia sanno essere.
A farla da padrone è la macchia mediterranea, che ha trovato il suo habitat nelle pareti rocciose che si innalzano sino agli 800 metri.
Il paese di Bitti si è sviluppato dentro una vallata delimitata da tre colli: Bannitu, Buon Cammino, e Sant’Elia. Il centro abitato ha una caratteristica forma ad anfiteatro, legata alla particolare conformazione del territorio. Abitazioni, chiese e vie sono inseriti perfettamente nel contesto ambientale che li circonda, quasi fossero anche loro una creazione di madre natura.
È in questa natura selvaggia che i primi abitanti di questi luoghi si sono stabiliti, lasciando importanti testimonianze archeologiche che ancora oggi costituiscono il prezioso patrimonio culturale di questa comunità.
Storia di Bitti.
Il territorio di Bitti, come testimoniano importanti aree archeologiche (“Romanzesu” in primis), è stato abitato sin dalla Preistoria.
Il primo nucleo urbano però risale all’epoca romana, mentre il suo nome, secondo una leggenda, deriva dall’uccisione di una cerva (in sardo “sa bitta”) che si abbeverava presso una fonte: l’attuale fonte di Su Cantaru nel centro del paese.
Il borgo, con le sue strette vie e le alte case, ricorda la fisionomia che aveva in epoca medievale, quando faceva parte del Giudicato di Gallura, uno dei quattro regni in cui era divisa la Sardegna in quel tempo (Torres, Gallura, Arborea e Cagliari).

bimboinspalla a Bitti.
Abbiamo trascorso a Bitti due giorni, durante i quali ci siamo immersi completamente nella vita e nelle tradizioni di questa comunità.
Ad accompagnarci in questo viaggio c’era Giovanni, il tutor dell’ospite. Bitti infatti è una Comunità Ospitale, aderente all’Associazione Nazionale Borghi Autentici.
Durante la nostra esperienza da “cittadini temporanei” abbiamo avuto modo di scoprire una realtà assai vivace, ricca di laboratori artigianali, siti culturali e iniziative interessanti. Insomma una comunità che sfata decisamente il mito dei sonnolenti e abbandonati centri dell’interno! 😉
Il nostro itinerario alla scoperta di Bitti.
Sperando di esservi d’aiuto nel pianificare la vostra visita a Bitti (e di incuriosirvi un po’) di seguito vi indichiamo le attrazioni che abbiamo visitato:
1. sito archeologico “Romanzesu”.
Insieme all’altare di Monte D’Accoddi a Sassari, è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi che io abbia mai visitato in Sardegna.
Il contesto ambientale in cui è inserito contribuisce a conferire all’intero sito un’atmosfera quasi surreale. Romanzesu infatti si trova all’interno di un meraviglioso bosco di sughere: un paesaggio quasi fiabesco. Mentre visiti il villaggio, rimani sempre all’erta nella speranza di scorgere loro: le famose janas (= fate) dei racconti dei nonni! 😉
Questo sito mantiene intatta la sua suggestione in ogni periodo dell’anno, ma è sicuramente l’autunno la stagione in cui preferisco visitarlo.
“Romanzesu” è un grande insediamento di epoca nuragica. Scavato solo in parte, le scoperte fatte hanno portato gli studiosi a ritenere che si tratti di un santuario dove i pellegrini dei villaggi vicini si riunivano per effettuare riti purificatori legati al culto delle acque.
Stupendo il grande pozzo, costruito per raccogliere le acque di una sorgente. La particolarità di questa struttura è la forma ad anfiteatro. Proprio questa caratteristica struttura è uno dei fattori che ha portato gli studiosi a sostenere l’ipotesi che “Romanzesu” fosse in realtà un villaggio santuario.
2. Museo della Civiltà Contadina e Pastorale.
Nel centro storico di Bitti il Comune ha recuperato alcune dimore d’epoca per destinarle ad accogliere i due musei che raccontano la storia e le tradizioni di questo paese.
La location è molto suggestiva perché sembra veramente di fare un salto nel tempo. 🙂
L’ala del Museo dedicata a raccontare la vita che gli abitanti di Bitti svolgevano sino a qualche decennio fa prevede un percorso molto interessante che ci ha permesso di conoscere, non solo i tipi di lavori che si svolgevano e i relativi strumenti, ma anche la società che caratterizzava questa e altre comunità sarde.

Molto bella la ricostruzione di una casa padronale d’epoca, realizzata con il recupero di mobili e oggetti originali. Per Michele e papà Paolo è stato molto interessante vedere come si viveva e lavorava in passato. Particolarissimo l’arredo della camera da letto e gli oggetti destinati alla cura dei piccoli della famiglia. 🙂
3. Museo Multimediale del canto a tenore.
Una delle ricchezze di questa comunità sono sicuramente i suoi Tenores, tanto che si è deciso di dedicare un museo a questo particolare canto tradizionale.
Il canto a tenore è infatti un canto tradizionale sardo molto antico. Viene eseguito da 4 voci (rigorosamente maschili), senza l’accompagnamento di nessun tipo di strumento musicale.
Questa particolare tipologia di canto è diffusa in tutta la Sardegna centrale, in particolare in Barbagia, e caratterizza talmente tanto la vita quotidiana di queste comunità da essere stata proclamata nel 2005 “capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità” dall’UNESCO.
Il percorso museale prevede un viaggio finalizzato a comprendere significato, suono e diverse tipologie di questo canto. Attraverso documenti audio, filmati e video-interviste, il visitatore può analizzare questa particolare melodia, imparando a conoscere le differenze tra paese e paese.
Straordinaria l’esperienza dei totem: 4 colonne audiovisive, immobili come i cantori durante la loro performance. Una volta dentro si può selezionare il canto di un paese e scomporlo per scoprire le differenze tra le voci e il meccanismo di sovrapposizione tra le stesse. Papà Paolo si è molto divertito a carpire i segreti di questo canto, mentre Michele ha dimostrato di apprezzare molto la musica tradizionale sarda. 🙂
4. Bottega artigiana “Terrapintada”.
Essere accompagnati da un tutor vuol dire immergersi completamente nella realtà di una comunità e conoscerne le varie sfaccettature.
Siamo così venuti a conoscenza del laboratorio di ceramica “Terrapintada”, sito nel centro di Bitti in un ex mulino frumentario.

Grazie a Giovanni abbiamo conosciuto Simonetta e Robert, due dei tre artisti che hanno aperto e lavorano in questa bottega (Giulia quella sera non era in laboratorio), e le loro meravigliose opere.
Visitare una bottega artigiana è sempre una bella esperienza, ma si arricchisce notevolmente se a raccontartela è colui che l’ha creata.
E così Robert ha lasciato il suo lavoro per spiegarci le loro creazioni, così tradizionali e moderne allo stesso tempo.
In questo modo oggetti che mi piacevano semplicemente per la loro forma o il particolare colore, hanno assunto anche un significato preciso.
Siamo usciti dalla bottega sicuramente arricchiti da quest’esperienza. Un viaggio nell’arte e nell’artigianato che ci ha permesso di conoscere meglio un aspetto particolare della nostra storia e cultura!
5. Microbirrificio “Santu Jorgi”.
A Bitti non si fanno mancare proprio niente: c’è anche un microbirrificio che produce un’ottima birra artigianale. 😉
Accompagnati da Giovanni siamo andati a conoscere Andrea e la sua birra. Tra un assaggio e l’altro abbiamo scoperto il grande lavoro che c’è dietro ogni sorso di birra e la passione che Andrea mette per realizzare ogni bottiglia.
Vi consigliamo di fare una visita a questa realtà perché il birraio è sempre felice di accogliere gli amici e raccontare la sua storia. E poi la birra è veramente buona! 🙂
6. Bittirex.
Uno dei motivi per visitare Bitti è sicuramente l’interessante mostra sui dinosauri realizzata nei locali dell’ex cinema del paese.
Un viaggio di milioni di anni per scoprire tutti i segreti di questi giganteschi esseri.
Ricordiamo però che la mostra è un’iniziativa a carattere temporaneo e sarà visitabile sino al 31.12.2016 e per info potete visitare il sito web.

Dove dormire e mangiare a Bitti.
Sul dove dormire non abbiamo dubbi. Noi abbiamo soggiornato presso l’Hotel Su Lithu e non possiamo far altro che consigliarvelo.
Bellissime e spaziose le camere (dotate di culla su richiesta), ottima la cucina del ristorante tipico, favolosa la collezione d’arte e artigianato allestita negli ambienti comuni dell’hotel.
Favolosa la vista che si godeva dalla nostra stanza. Svegliarsi con quel panorama fa sicuramente iniziare bene la giornata! 🙂
Su dove mangiare possiamo consigliarvi (perché testati da noi), oltre al ristorante Su Lithu, la pizzeria Su Cantaru, in paese, e l’agriturismo Calavrina. Quest’ultimo si trova in campagna, in un contesto ambientale veramente bello. I prodotti sono quelli dell’azienda e abbiamo apprezzato i servizi family friendly, come seggiolone e fasciatoio! 🙂
Informazioni utili.
Se con il nostro post vi abbiamo incuriosito e volete organizzare una visita al borgo di Bitti potete consultare la pagina dedicata di Borghi Autentici e il sito della cooperativa Istelai che gestisce il patrimonio culturale del paese.
Allora cosa aspettate? A Bitti vi aspettano! 🙂


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