
bimboinspalla al Museo Diocesano Arborense.
Qualche tempo fa, in occasione di una nostra escursione a Oristano, abbiamo avuto modo di scoprire il bellissimo e interessante Museo Diocesano Arborense. Ci è piaciuto così tanto che abbiamo deciso di scrivere un post per raccontarvelo!

Premetto che la visita al Museo Diocesano Arborense è stata per me l’occasione giusta per rifarmi gli occhi e per ripassare un po’ di storia dell’arte sarda. Sono ritornata indietro nel tempo, ai tempi della scuola di specializzazione, quando – per l’esame di storia dell’arte medievale – avevo preparato una tesina sul mutamente del gusto artistico in Sardegna con l’arrivo degli aragonesi (siamo agli inizi del XIV secolo). A quell’occasione risale il mio primo incontro con la bellezza e l’originalità del Tesoro della Cattedrale di Oristano.
Oristano fu la capitale del giudicato di Arborea (uno dei 4 regni in cui era divisa l’isola nel medioevo), il più longevo ma anche il primo ad aprirsi all’influenza catalana, soprattutto negli ambienti di corte. Questo giudicato fu in un primo tempo grande alleato degli Aragonesi nell’aiutarli a stabilire il loro potere su tutto il territorio sardo, successivamente (e per cause ancora non completamente chiare) divenne il loro più acerrimo nemico. Fino alla sua totale sconfitta, avvenuta nel 1410.
La Cattedrale di Oristano è testimone concreto di questa storia così contraddittoria: per questo è molto interessante visitare la collezione conservata all’interno del Museo Diocesano Arborense.
La collezione del Museo Diocesano Arborense.
Il Museo è posto proprio accanto alla Cattedrale di Oristano: in posizione centrale rispetto al duomo e al Seminario Arcivescovile.
L’esposizione si articola in due sezioni: una permanente e una dedicata alle mostre temporanee. La visita è facile anche col passeggino: la presenza dell’ascensore e della pedana mobile permette infatti il facile passaggio da un piano all’altro.

Nella Sala Pio IX trova spazio l’esposizione permanente del Museo Diocesano Arborense. L’intenzione dei curatori del Museo è quella di conservare ed esporre qui oggetti facenti parte del Tesoro della Diocesi, ma per il momento fa bella mostra di sé il Tesoro della Cattedrale di Oristano: dall’oreficeria sacra alle sculture. Il pezzo più importante è sicuramente il Dossale “Madonna con Bambino e Santi”, proveniente dalla Cattedrale di Santa Giusta e successivamente conservato nell’arcivescovado di Oristano. La tavola fu dipinta attorno al 1300 e viene comunemente attribuita al pisano Maestro di San Torpè (notizie 1295-1335).
Imperdibile la mostra “Ecclesia Sancte Marie de Arestano” allestita nella “Galleria delle Esposizioni” perché raccoglie in un unico luogo alcuni capolavori della storia dell’arte sarda (spesso non visibili a noi comuni mortali) e permette un viaggio nel tempo alla scoperta dell’affascinante storia di questo luogo di culto, della città di Oristano e di tutta la Sardegna. Per me è stato decisamente emozionante spiegare a Michele le opere qui esposte e la loro importanza nella storia dell’arte non solo locale. Mai avrei detto, mentre preparavo quel famoso esame di arte medievale, che un giorno avrei spiegato questi oggetti a mio figlio!
La mostra è stata una sorpresa continua. Vi sono esposti i famosi Picchiotti Bronzei del Maestro Placentinus, fusi nel 1228 per il portale della rinnovata cattedrale. Un’iscrizione ricorda oltre all’autore anche i committenti, il giudice Mariano II e l’arcivescovo Torgotorio de Muro. Michele è rimasto affascinato dalla loro forma leonina. Con lui e Margherita (la figlia di un’amica) ci siamo divertiti a riconoscere alcuni particolari dell’opera: come la criniera e la “lingua di fuori”.

Semplicemente bellissime le due lastre marmoree decorate in entrambi i lati, eredità della prima cattedrale e poi facenti parte del corredo della Cappella del Rimedio. Sono due testimonianze molto importanti di due epoche storiche differenti e del gusto artistico che caratterizzò ognuna di esse. Infatti se la raffigurazione di un verso (raffigurante rispettivamente “Daniele nella Fossa dei Leoni” e “Due Leoni che adunghiano cerbiatti”) rivela un gusto tipicamente medievale di respiro toscano, quella dell’altro verso invece è espressione di un gusto più tardo di chiara influenza gotico catalana.
Ma la mostra dedicata alla storia della Cattedrale di Oristano conserva altre belle sorprese, tra le quali meritano sicuramente una particolare menzione i Codici Liturgici. Il Tesoro della Cattedrale infatti si può fregiare anche della più grande collezione di manoscritti miniati dell’isola. Gli esemplari più antichi risalgono al XIII secolo e sono semplicemente stupendi!
Nel caso in cui con questo post siamo riusciti a stuzzicare la vostra curiosità e vogliate visitare il Museo Diocesano Arborense potete contattare il numero 0783/769036 per chiedere informazioni sulle modalità di visita.

