
Il “Giorno dei Morti” in Sardegna, altro che Halloween!
Novembre è riconosciuto comunemente come il “mese dei morti”.
Questo credo accada ormai da moltissimo tempo.
E’ invece assai più recente, soprattutto da noi, l’usanza di celebrarne l’inizio con una particolare festa, chiamata Halloween, che ormai riunisce i bambini di gran parte del mondo nell’abitudine di, la notte del 31 Ottobre, mascherarsi in maniera spaventosa e andare in giro per le case a chiedere “dolcetto o scherzetto?”.
Chi non conosce Halloween? 🧛♀️
Ma quanti conoscono le sue origini e il suo profondo significato?
E soprattutto… quanti sanno che anche in Sardegna annoveriamo tradizioni antichissime riferite a questo particolare periodo dell’anno, che hanno alcuni elementi in comune proprio con il più famoso Halloween?
Facciamo un po’ di chiarezza sul “Giorno dei Morti”…
Ho scritto questo post proprio con l’intento di fare un po’ di chiarezza e raccontare, in primo luogo a Michele, una tradizione antichissima della nostra terra.
Perché va bene Halloween con la zucca, le maschere mostruose e le decorazioni, ma bisogna conoscere sempre le proprie origini; anche perché il nostro passato riserva delle sorprese molto interessanti.
Ed è proprio il caso delle usanze legate al “Giorno dei morti”!

Ma andiamo con ordine…
Partiamo dalla star di questa storia.
Iniziamo da Halloween!
Anche se quest’anno ha risentito pure lei della pandemia mondiale, è indubbio che questa festa sia diffusa e famosa in tutto il mondo.
Ma conosci le sue origini?
Se la risposta è negativa, niente paura e continua a leggere qua sotto (anche se non la conosci però!). 😉
Le origini di Halloween…
Forse non ti stupirai se ti dico che Halloween ha origini antichissime!
Devi sapere che è un’usanza legata alla tradizione celtica che segnava il passaggio tra l’estate e l’inverno.
In effetti, per questi popoli l’anno nuovo iniziava proprio il 31 ottobre.
L’alternarsi di estate e inverno era perfetto per celebrare il passaggio dalla dimensione terrena a quella ultraterrena perché, a pensarci bene, l’inverno ricorda molto la morte: le piante muoiono, tutto rallenta o si ferma. ❄️
Ma attenzione perché si tratta, a ben vedere, di una morte quasi apparente, o comunque non definitiva, in quanto in inverno la vita in realtà continua, solo cambia forma e si prepara a rifiorire e a manifestarsi in primavera.
Gli antichi ritenevano che, così come l’inverno lo era in natura, la morte era per l’uomo una sorta di passaggio a una nuova vita, in un’altra forma e dimensione.
Questa credenza oggi la conosciamo col nome di “culto dei morti”, e la ritroviamo testimoniata anche in Sardegna, dove numerose tipologie di sepolture preistoriche (domus de janas, tomba dei giganti, etc.) hanno evidenziato come anche i nostri antenati ritenessero che il defunto nell’aldilà continuasse a svolgere una vita simile a quella condotta sulla terra.
Già questa “comune origine” basterebbe a spiegare le somiglianze tra Halloween e le nostre tradizioni relative al “Giorno dei Morti”.
Hanno praticamente la stessa origine, riconducibile alla Preistoria e al “culto dei morti”.
Ma adesso credo sia proprio giunto il momento di vedere da vicino le tradizioni sarde. 😊

Il “Giorno dei Morti” in Sardegna
Inizio col precisare che qui, nell’isola a forma di sandalo, i morti hanno sempre goduto di grande rispetto, e suscitato in alcune occasioni grande timore.
Come dicevo, fin dalla Preistoria si è creduto che la morte non segnasse una cessazione totale della vita.
La si considerava, invece, una tappa fondamentale del ciclo della vita, al pari della nascita.
La morte, dunque, secondo i nostri antenati, non è da intendersi come qualcosa di brutto, ma è semplicemente un passaggio necessario che consente di accedere a un’altra dimensione, non terrena.
Si spiega così la consuetudine, di cui vi ho accennato prima, di accompagnare i defunti nel loro viaggio ultraterreno con gli oggetti che avevano utilizzato in vita e di decorare le tombe come fossero le abitazioni dei vivi.
“animas bonas e animas malas”
Secondo la tradizione sarda, la schiera dei morti si divide in “anima bonas e animas malas”.
Ed è facile intuire come le prime abbiano propositi positivi di aiuto e protezione, mentre dalle seconde bisogna stare bene alla larga.
I nostri antenati (ma anche mia nonna) erano fortemente convinti che i morti potessero ancora interferire con le cose dei vivi.
Ed è proprio questa convinzione che spiega la grande reverenza che i sardi mostravano nei confronti delle anime dei trapassati e la maggior parte delle usanze legate al “Giorno dei Morti”.
Le tradizioni sarde per il “Giorno dei Morti”…
Come spesso accade nella mia isola, non esiste un’unica tradizione legata al “Giorno dei Morti”, ma una varietà di usanze distribuita su tutto il territorio regionale.
Se non proprio ogni paese, sicuramente ogni territorio ha una propria e specifica tradizione finalizzata a ricordare e render omaggio (anche a non offendere e a non far arrabbiare) alle anime di defunti.
Ce ne sono alcune più diffuse di altre, e che magari si ritrovano con lievi differenze su tutto il territorio sardo.
Vediamo se ne conosci qualcuna! 😉

Is animeddas, Su mortu mortu, Su prugadoriu…
Sono questi i diversi nomi per indicare la stessa antica tradizione che ha per protagonisti, guarda caso, i bambini.
Il pomeriggio del 1 Novembre (ma anche del 2) i bambini del paese, divisi in gruppi e spesso vestiti di stracci, andavano in giro per le case recitando filastrocche in sardo e chiedendo un’offerta per le “animelle” sospese tra Paradiso e Inferno.
Vietato non aprire la porta e non offrire qualcosa!
In quel momento loro rappresentavano le anime del Purgatorio.
Da me quest’usanza non esiste più, ma ci sono paesi dove, fortunatamente, è ancora ben viva e ogni anno viene onorata donando dolci e prelibatezze ai bambini che bussano alla porta.
Conoscevi questa tradizione?
Scommetto che ti ha ricordato Halloween!
Beh, indubbiamente le somiglianze sono tante e, probabilmente, sono da ricondurre a quell’origine comune di cui ti parlavo prima.
La cena per le anime…
Di questa tradizione mi parlava sempre mia nonna!
Si tratta dell’usanza di preparare, la sera della vigilia di Ognissanti, una cena per “sas animas” a base di gnocchetti conditi col sugo al pomodoro e pecorino, vino e pane.
La credenza infatti prevede che proprio in quella notte le anime dei nostri cari facciano ritorno alle proprie abitazioni.
Proprio per questo motivo bisogna fargli trovare qualcosa da mangiare.
Anche questa tradizione prevedeva un divieto: non si doveva mettere sul tavolo apparecchiato nessun coltello, perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio (soprattutto quando si tratta di spiriti)!
Tu conoscevi questa consuetudine?
Per il “Giorno dei Morti” tante tradizioni quasi quanti sono i paesi della Sardegna…
Queste sono solo due delle tradizioni legate al “Giorno dei Morti” più diffuse e famose dell’isola.
Ma ti posso assicurare che ce ne sono veramente tante e spesso sono legate ai nostri ricordi di infanzia!
Tu ne conosci qualcuna?
Anzi perché non me la racconti nei commenti?
Così potrò far bella figura dicendola a Michele, che è sempre molto curioso! 😉

Chiudiamo in dolcezza…
In Sardegna non c’è tradizione che non sia abbinata a un piatto tipico o a un dolce!
Quella del “Giorno dei Morti” non fa eccezione!
I dolci tipici di questa festività sono i “Papassini” (come li chiamiamo noi, ma le varianti del nome sono veramente tante).
Si tratta di biscotti con mandorle e noci tritate e tanta uva passa.
L’uva passa è l’ingrediente di punta di questo dolce; tanto da dare il nome al biscotto.
Infatti in sardo l’uva passa si chiama “papassa” o “pabassa“ e da questo nome a “papassinos” il passo è veramente breve!
Da noi si è soliti ricoprire i biscotti dalla caratteristica forma “a rombo” con della glassa di acqua e zucchero, la cosiddetta “cappa” (quella che fa impazzire chi li prepara la prima volta).
Io ne vado ghiotta, ma ho imparato ad apprezzarli da grande perché da bambina non avevo molta simpatia per l’uva passa.
Oggi invece trito tutto… ma lasciamo stare questo argomento! 😅
E a te piacciono i papassini?
Se sei alla ricerca di una ricetta tradizionale, ti consiglio quella proposta dalla mia amica Natti (la trovi cliccando qua)!
Concludendo…
Finisce così questo viaggio nella tradizione sarda (o meglio si tratta di una prima capatina) che mi ha permesso di affrontare tantissimi argomenti.
Archeologia, ricordi di famiglia, antiche credenze, fede, cucina, tradizioni popolari… tanti ingredienti per poter meglio narrare un interessante racconto, che è poi la nostra storia.
Hai visto quante somiglianze tra le nostre usanze e la più famosa Halloween?
Le conoscevi già, oppure quanto ti ho raccontato è riuscito a sorprenderti?
Michele è rimasto molto sorpreso nello scoprire che anche noi abbiamo una tradizione legata al “Giorno dei Morti” che non ha nulla da invidiare ad Halloween.
Sarebbe bello farla conoscere a tutti i bambini della Sardegna, non trovi?
Sarò felicissima se vorrai condividere con me un ricordo su questa tradizione, oppure il racconto su altre usanze del tuo paese!
Ti aspetto nei commenti. 😊
Nel frattempo…
Ti saluto e ci vediamo sui social!
Al prossimo post! 😘
Ti suggerisco qualche link…

