Le Nostre Sognatrici

Sa Laurera: un sogno ecologico!

Qualche giorno fa abbiamo incontrato Marianna, una giovane donna dagli occhi chiari e dolci che nascondono un carattere forte e tenace. Con lei abbiamo parlato del suo sogno che ha un nome e un luogo ben definito: Sa Laurera, un’azienda agricola sita a Villanovaforru, un piccolo centro abitato della Marmilla.

Arrivati in paese è facile trovare l’abitazione di Marianna perché qui è conosciutissima. Tutti ne parlano con il sorriso sulle labbra e con una tenerezza che anticipa la dolcezza di questa giovane donna, tutta presa dal suo bellissimo sogno. In realtà dovrei parlare al plurale perché Marianna condivide il suo sogno con il compagno, Francesco. È lui il “tecnico” tra i due perché con i suoi studi in botanica si occupa degli aspetti più “scientifici” inerenti il loro progetto.

Marianna e Antigone
Marianna e Antigone

Il sogno di Marianna (e di Francesco) nasce qualche tempo fa, quando stanca della vita frenetica di una grande città come Cagliari decide di trasferirsi in campagna e di immergersi completamente nella natura, seguendone tempi e ritmi. Prende così avvio l’azienda agricola Sa Laurera che ha la fantastica particolarità di essere del tutto ecosostenibile.

A questo punto è d’obbligo una precisazione: un’azienda agricola ecosostenibile è molto diversa da una biologica. In Sa Laurera non si fa utilizzo di nessun tipo di macchine, la terra si lavora esclusivamente a mano. Insomma si coltiva come facevano i nostri nonni: zappe alla mano!

Se, detto questo, pensate che Marianna sia una visionaria che non ci sta tutta con la testa (noi l’abbiamo pensato per un attimo) dovete assolutamente sentire il resto della storia. Sa Laurera è sicuramente una prova di quanto il ritorno alle cose semplici e l’avvicinarci alla natura possa essere un sogno visionario.

Davanti a un buon caffè, seduti nel salottino della loro casa al centro di Villanovaforru (mentre Michele imitava Pollicino distribuendo ovunque briciole di torta), Marianna ci ha raccontato la sua storia. L’azienda agricola ecosostenibile “Sa Laurera” nasce dal desiderio di entrare in contatto con la natura, riuscendo così a dare il giusto valore al proprio tempo e avendo la possibilità di realizzare qualcosa di bello con le proprie mani. Marianna inoltre non vuole che il “sapere antico” venga perso, soprattutto per quello che riguarda la “vita contadina”.

Anche la scelta del nome Sa Laurera non è casuale perché, come mi hanno spiegato, questo termine indica tutto ciò che concerne la coltivazione: dalla coltura messa in produzione, al raccolto stesso, agli strumenti (materiali e conoscitivi) utilizzati per ottenere il raccolto.

Per poter realizzare questo sogno è stato necessario recuperare questo “sapere contadino” attraverso chi ancora lo custodisce. Marianna e Francesco dunque si rimboccano le maniche e danno inizio a una vera e propria indagine storica: intervistano gli anziani del paese e di altri centri della Marmilla per comprendere come anticamente si coltivava quella terra. In questo modo, attraverso il rapporto umano e la conoscenza diretta, gli abitanti di Villanovaforru iniziano a rispettare e a voler bene ai due giovani visionari, giunti in paese per fare qualcosa che ha dell’incredibile!

La notizia del sogno di Marianna e Francesco si diffonde per tutto il paese e alcuni compaesani credono talmente in loro da decidere di affidargli gratuitamente i loro terreni così da permettergli di realizzare la loro impresa ecosostenibile.

Devo essere sincera e dirvi che a questo punto della storia (dimenticandomi di Michele intento nella semina di briciole) mi veniva da piangere. Non è una consuetudine sentire di una comunità che decide di assecondare e aiutare il sogno di due ragazzi, per di più se si pensa che non sono nemmeno originari di quel paese. Ma i sogni ci stupiscono sempre!

Prima di andar via, Marianna e Francesco ci hanno accompagnati a vedere uno dei loro campi. Siamo stati a vedere il grano: un grano alto e verdissimo, molto diverso da quello dei “vicini di campo”. Marianna ci ha spiegato che il grano che coltivano loro è di una qualità molto antica che quasi non si produce più: è un tipo di grano duro (Triticum durum) che una volta maturo dovrebbe raggiungere i 180 cm. Michele si è divertito moltissimo mentre Marianna gli spiegava le parti che compongono questa pianta. Io nel frattempo mi stavo riprendendo dalla notizia che non avendo sistema di irrigazione ed essendo un’area dove piove poco risolvono la carenza di acqua rivoltando periodicamente il terreno. Ovviamente a mano. A me quel campo di grano è sembrato enorme!

L’incontro con Marianna e Francesco è stato emozionante e ci ha confermato di quanto realizzare i propri sogni possa essere faticoso. Ma i loro volti e, soprattutto, i loro sorrisi quando ci raccontavano la loro storia sono la conferma di quanto siano felici e soddisfatti dei risultati raggiunti. Il loro entusiasmo è contagioso e, dopo averli conosciuti, capiamo perché sono voluti così bene dai loro compaesani.

A loro va il nostro grosso “in bocca al lupo”!

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